lunedì 23 maggio 2016

Un millimicron dal cuore e dalla testa

Non mi sono mai voluta infilare in discussioni su antimafia, antimafia di facciata, lotta per la legalità strumentale. No, mai.
Però oggi mi sento l’obbligo di parlarne. Con uno sforzo immane, perché so quanto è difficile parlarne senza sbagliare o travisare o occupare terreni che smottano..
Ok, lo scriverò tutto d’un fiato. Credo nell’antimafia. Non ho mai smesso di crederci. Credo nella necessità di dotare chiunque di strumenti culturali, sociali ed economici per discernere ciò che è antimafia e ciò che non lo è. Cio che è mafia e ciò che è mentalità mafiosa. Ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. In qualunque modo e in qualunque ambito.E in questo crederci, mai per un attimo mi sono soffermata a diminuirne il valore o a renderne meno urgente e importante la presenza e l'azione solo perché alcuni ne hanno fatto carne di bancata.
Credo che sostenere chi a vario titolo si impegna in questo obiettivo sia una delle cose basiche che ciascuno di noi può fare per “fare la propria parte”, oltre alle altre azioni, più strutturate e complesse che si mettono in campo.
Credo che sia enormemente pericoloso smontare persino di un millimicron dal cuore e dalla testa di chiunque la speranza e la certezza che tutto ciò abbia un senso, che sia importante avere un movimento antimafia, sociale e culturale: non mi son mai sentita di affrontare il tema con punte di cinismo, di sarcasmo, di giudizio sommario, quando si verificano atti impropri in seno a tale movimento, perché è statistica l’errare, è umano l’errare, ma non si può buttare il bambino con l’acqua sporca con posizioni che si accompagnano al retro pensiero, alla dietrologia, alle strumentalizzazioni, di posizioni di parte. O al credere di sapere tutto, di averlo previsto e di averlo sempre detto. Mi sembra ingenuo; eppure, nel mio credere profondamente nell'antimafia, in tanti hanno avanzato verso di me il sospetto di ingenuità. Quando è ingenuo il contrario. E' necessità, non ingenuità.
Nessuna considerazione sull’ “antimafia di facciata”, così la chiamano? Nessun dibattito ozioso su questo tema, può distrarmi per un millesimo di secondo dalla necessità di mantenere intatto il valore dell’antimafia.
E questo vorrei trasferire a chiunque: discernimento, attenzione, cautela, senso della complessità, conoscenza e consapevolezza. In ogni ambito, in questo ancor di più. Capacità di rimanere nel merito senza spostarsi ad ogni piè sospinto dalle idee necessarie alle persone o agli argomentatori. Lo dico oggi e non lo dirò spesso, per tatto, per rispetto di quanti operano nel bene, per rispetto di chi cresce e osserva. Io credo nell’antimafia.
Per mesi, forse addirittura anni, mi sono sentita una pentola di fagioli e questo fastidio cresceva, cresceva. Lo ripeto. Credo che sia enormemente pericoloso smontare persino di un millimicron dal cuore e dalla testa di chiunque la speranza e la certezza che tutto ciò abbia un senso, che sia importante avere un movimento antimafia, sociale e culturale: non mi son mai sentita di affrontare il tema con punte di cinismo, di sarcasmo, di giudizio sommario, quando si verificano atti impropri in seno a tale movimento, perché è statistica l’errare, è umano l’errare, ma non si può buttare il bambino con l’acqua sporca con posizioni che si accompagnano al retro pensiero, alla dietrologia, alle strumentalizzazioni, di posizioni di parte.
Daniele, grazie.
Grazie per aver sollevato il coperchio del mio borbottio e averlo trasformato in obbligo di testimonianza. Dire cosa? Che sono fiera e contenta che esistano in Italia realtà come Addio Pizzo, che esista costante e perenne l’attività delle forze dell’Ordine. Che esista un movimento antimafia, o anticamorra, o anti ndrangheta, sincero e disinteressato. Che esistano persone, di qualunque razza, religione, provenienza, sesso che si impegnano nella nostra città in prima persona nella denuncia, nella frantumazione dell’omertà, nelle indagini.
Una città multiculturale nel dna. Multiculturale anche nell'impegno. Nessun esotismo, fa parte della nostra identità più alta e nobile.
Non per dire che va tutto bene madama la marchesa in questa città o in questo paese, no, va tutto male, o qualcosa va bene e qualcosa male. Ma c'è chi compie un lavoro artigianale e potente nel verso giusto. Ogni giorno, ogni momento, in ogni luogo.Con tutte le difficoltà possibili e immaginabili. Mette in conto i fallimenti, ma continua.
Questo rende molto più semplice il lavoro nelle classi ai miei colleghi. Allontanando il cinismo quando va bene, la rassegnazione quando va male, la litania del sono tutti uguali che veramente non ce la possiamo più di sentirlo, con quegli esempi, perché possiamo solo insegnare con l’esempio. Questo rende più semplice, a me, cittadina comune, rafforzare il mio sostegno totale a voi, e il mio impegno ad essere migliore, senza reticenze,  a crederci a esserci, al vostro servizio se necessario, a fare. Sempre.

Mi faceva piacere scriverti che nelle scorse settimane abbiamo aiutato e accompagnato alla Squadra Mobile di Palermo commercianti bengalesi e di altri paesi che con dignità e senso civico hanno raccontato i soprusi, le estorsioni,le minacce e le rapine subite da personaggi che hanno tenuto a ferro e fuoco il centro storico di Palermo....

Grazie.