lunedì 25 agosto 2014

A Lucia Borsellino: scusaci, se puoi.



Cara Lucia,

Vorrei regalarti un sorriso leggero, in senso calviniano, per averne in cambio uno eguale, ma so perfettamente che chi ha vissuto quello che hai vissuto tu, non sorriderà mai più di un sorriso senza nubi.
Ma una cosa posso dartela: la sicurezza del sostegno e il mio grazie.
Non pensare che io sia sola, siamo in tanti, tantissimi a dirti grazie ogni giorno e non solo quando siamo riuniti in giornate commemorative. Ogni giorno.

Ho letto stamattina parole piene di un dolore che arriva come un macigno. Come abbiamo potuto permettere tutto ciò in silenzio?
"Stanca di chiedere scusa per il cognome Il mio futuro lontano dalla Sicilia
Come abbiamo potuto permettere che venisse meno l'affetto e il sostegno profondo che tutti noi dobbiamo alla tua famiglia, che ti arrivasse sempre più affievolito il debito incommenurabile, la cura doverosa, che vi dobbiamo, a te e alla tua famiglia? Non solo in ricordo di tuo padre, ma anche per come avete deciso di vivere la vostra vita: come vostro padre, al servizio dello Stato, in modo onesto e quotidianamente. E non era scontato. Non uno Stato generico, ma la collettività. E' azione durissima da compiere, giorno dopo giorno, perché si han più venti contro che a favore. Al di là della retorica, la quotidianità del servizio poi è sudore e fatica. No, non era scontato che i figli di Paolo Borsellino decidessero di rimanere al servizio delle istituzioni, dentro le istituzioni, in modo attivo. Scusaci se puoi. 

Vorrei riuscire a rassicurarti e dirti che mai è venuto meno e mai verrà meno il nostro sostegno, non pentirtene di avere intrapreso quella strada difficilissima e densa di insidie; mai e vai avanti. Sei esempio, per tanti ragazzi e ragazze. Che sappiano intraprendere anche oro scelte simili senza generalizzare o banalizzare la loro voglia d'impegno in una grigia e indistinta antipolitica. 
Ti chiedo: non pensare di andar mai via dalla Sicilia, perchè la nostra Sicilia siete tu e le persone come te.  

Il tuo incarico, che è politico, non tecnico, politico nel segno più nobile, concentrato sul servizio per gli altri e non per una parte, nè tantomeno per un interesse personale, lungi dal divenire una colpa, condotto con lo spirito di servizio con cui tu lo stai svolgendo, è solo un atto nel solco bello e nobile dell'educazione impartita dal tuo papá non solo a voi, suoi figli naturali, ma a tutti noi, che di quegli eventi siamo figli, spesso ingrati.
Il rischio della strumentalizzazione è altissimo, lo si ridimensiona e controlla non chiedendo nulla in cambio, esattamente come stai facendo tu.

Il prezzo che si paga, sul piano personale, è altissimo, lo so, e lo sai. Perchè a volte, o spesso, o si sbaglia o si è impotenti. E da te lo sbaglio non è ammesso. E ancor più spesso le azioni si moltiplicano in reazioni non sempre prevedibili o controllabili. 
Immagino che sostenere eventuali errori con un'immagine pubblica quale tu hai è mille volte "peggio" di quella che viviamo alcuni di noi che abbiamo deciso di avere un impegno politico o amministrativo o istituzionale per puro spirito di servizio. 

E il mille volte peggio significa che ogni cosa, ogni atto, ogni parola, viene sottoposta al vaglio dell'equivoco e si trasforma e muta sotto la lente impietosa di un sistema mediatico che ormai poco ha di informazione e tanto di deformazione. 
Accade che per mille cose fatte bene solo la cosa che non ha funzionato diventa quella per cui si vien definiti. Ma è nelle cose. E' la stampa, è la comunicazione, è la dinamica politica.
Impara a governare anche quelle. Dando loro la giusta distanza e il giusto peso. Molto minore rispetto all'importanza delle idee e alle azioni che seguono alle idee.
Una lente deformante che negli anni ha deciso quanto fossero superflue proprio le idee e quanto più importanti fossero le analisi, o meglio, le accuse alla persona. Passano meglio e son più leggibili del resto.
L'importante è caricarsi gli eventuali sbagli, con determinazione e chiarezza. Se sbaglio è stato. 
E se non lo è stato, andare avanti. Con la stessa andatura.
Eleanor Roosevelt diceva menti piccole parlano di persone, menti mediocri di fatti, grandi menti di idee. Scegli a cosa vuoi replicare: se alle accuse alla persona, ai fatti o alle idee. 

Tu sei interprete di una grande, grandissima idea, che dovrebbe essere la norma elementare del vivere sociale: agire per la collettività. Non lo è, son rare le persone come te, ma sono necessarie: creano l'esempio e ricreano quella rete di fiducia sempre più difficile da instaurare tra cittadino e Stato, qualora ci fosse mai stata tale fiducia in questa terra potentissima che ti schiaccia nel bene come nel male.
Invece di ripiegarti nel privato hai deciso per una vita activa. Cioè politica. Come politica dovrebbe essere la vita di tutti, se non  si è cittadini activi non si è uomini, diceva la Arendt.
Il segreto è agire e rispondere prima che agli altri alla propria coscienza, secondo i principi sani e chiari che chi meglio di te può conoscere? Sii conscia di rappresentare una grande idea, fattela bastare nei momenti di amarezza e il tuo cognome, lungi dall'essere un peso, sia garanzia del nostro grazie. 
Il punto è saperlo e attrezzarsi, con carattere e con sensibilità. 

Qualcuno un tempo mi ha detto: nessuno ti dirà mai grazie, anzi, il contrario. Non sei perfetta, Lucia, nessuno lo è. Forse la tua azione istituzionale potrebbe essere migliore, forse potrebbe essere peggiore, tutti sappiamo che non è facile agire. 
In questo momento di iene e di veleni, nella politica, nell'amministrazione, nella società e nei giornali si pretende solo la perfezione. Di un tipo tutto particolare però: quel tipo di perfezione che è nella testa dei mille occhi che hai puntati addosso, e dunque mille perfezioni diverse.Cerca di tenertene fuori, aspira alle cose semplicemente fatte per bene e misura il tuo massimo rispetto alla tua coscienza. Esigilo quel massimo perchè è nostro dovere, ma come la normalità. 
Pensa però che non è facile per nessuno, nella politica, nell'amministrazione, nella società e financo nei giornali. 
Si sbaglia, è normale, si è umani. Con onestà gli sbagli si pagano quando ci sono, e quando non ci sono meglio così. Non farti il sangue marcio se te ne attribuiscono troppi. Difenditi, chiarisci, ma mettili in conto, non farti abbattere dagli sbagli non fatti.

Il tuo sbaglio, magari piccolo, o inesistente, in cima alla montagna, sotto osservazione perenne, arriva come una slavina a valle, a chi osserva da fuori e come slavina viene giudicato. Senza sconti, in modo strumentale a seconda delle circostanze, dagli avversari politici o da un sistema informativo impietoso e pronto ad adeguare fatti a pregiudizi spacciati per giudizi. O alla ricerca di scoop su scoop, sempre più esclamativi. Ma è nelle cose. Non è bello, ma è nelle cose. Viviamo tempi di antipolitica, anche a ragione. E nemmeno i costumi etici collettivi aiutano o sono in grado di sostenerti. L'immoralità delle azioni individuali, anche e soprattutto nei confronti dello Stato, è un costume trasversale troppo diffuso, ahimè, perchè tu possa confidare su un generico Paese che ti sostenga sempre. Ripeto, attrezzati, siine consapevole. Ferisce il fango, ma se non è fondato, il fango scivola subito. 
Vai avanti. 

La Sicilia è una terra che perdona crimini e criminali, dimentica e giustifica, perchè da loro si aspetta crimini e disonestà, e le piccole disonestà quotidiane sono fatti troppo diffusi e socialmente accettati per riconoscerle come tali su se stessi, ma non perdona il più piccolo sbaglio, vero o presunto che sia, amministrativo o politico, dagli onesti, specie se hanno un ruolo, specie sa hanno un cognome.
Perchè dell'onestà, della normalità della rettitudine, troppi non sanno nemmeno che farsene. 
Mentre della disonestà sanno farsene tutto.
Anche la più banale raccomandazione o richiesta del favore son disonestà. 
Quanti favori esigono ogni giorno da te ritenendoli dovuti? E quanti no ti capita di dire? Sono quei no il motivo per cui ogni siciliano dovrebbe dirti grazie, certo non i sì di cui è campata e affondata la Sicilia e che continuano a rimpiangere o a evocare.
Eppure quei sì, che recano il secondo nome di imbroglio, li pretendono tutti e nessuno li vede come tale o condanna.

C'è anche da dire che l'onestà è una pratica, non un'astrazione da cerimonia, e c'è da dire che la politica onesta è la politica capace. 
Quanto è difficile identificarle oggi le capacità necessarie? A quanti incapaci si è dato credito nel passato perchè faceva comodo e per averne in cambio qualcosa? E oggi sono addirittura rimpianti. 
E quanti incapaci sono scelti e votati? 

Ricordati che questa è la Sicilia, ma tutto cambia e anche la Sicilia può cambiare.
Tu sei silenziosamente pericolosa, perchè non chiedi in cambio nulla. 
E per questo silenziosamente ti giudicheranno con durezza maggiore. Non sui giornali, ma nell'animo di tanti. E' questo quel che devi combattere, con lo stesso silenzio attivo, con l'esempio, non tanto qualche giudizio di stampa più duro o ingiusto di altri. 
Fai una cosa, fa che sia più duro di ogni giudizio degli altri il giudizio della tua coscienza, se passi quello il resto è facile. 
A fare la propria parte con onestà, con impegno, mettendoci tutte le capacità e coltivandole soprattutto quelle capacità, ci si prova e ci si deve provare. Ci stai provando e molti te lo riconosciamo. A te è chiesto di più che agli altri?
Non pensare che sia solo per il tuo cognome, è anche perchè sei onesta.
Spero che il tuo futuro sia un giorno più lieve del tuo presente. Perchè sarai riuscita a fare qualcosa e sarai soddisfatta intimamente per quel qualcosa. 
Comunque qua, in Sicilia, non altrove. Perchè dalla Sicilia si può partire, ma non fuggire. Specialmente tu. Prendi i miei come semplici consigli, come un abbraccio, non come altro, non devo venirtela a raccontare, ma ti giunga davvero come un abbraccio, con delle parole fuori luogo, sicuramente fuori luogo, sbaglio spesso anche io ma,

Grazie Lucia. 

Mila

2 commenti:

  1. Grazie Lucia...e grazie anche a te, Mila, che sai così bene interpretare il pensiero della Sicilia onesta.

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