mercoledì 6 agosto 2014

Mamma, ti voglio bene.



Mia mamma da Fiuggi dove è in vacanza, ieri sera alle 18:00: "Come và? Hai mangiato?" "Mamma, sono le sei, no, ancora non ho mangiato" "Mi raccomando mangia, fatti una bella fetta di carne, oppure due uova, qualcosa da mangiare ce l'hai? Non è che non mangi vero? Oppure fatti una bella insalata col tonno, il tonno ce l'hai? Da noi c'è caso mai te lo vai a prendere, scolalo per bene, che l'olio del tonno non è buono. Anzi, fatti un piatto di pasta, con la salsa. Soffriggila con un po' di cipolla prima" 
"Ok, mamma".Anni miei 46, vivo sola e fuori di casa da quando ne avevo 21, generalmente la sera a casa non ceno o spilucco. Da sempre. E lei lo sa. E ogni santo giorno questa conversazione si ripete immutabile da 25 anni. Immagino che tutti voi sappiate scolare una scatoletta di tonno anche senza indicazioni. O comprarla sotto casa, senza bisogno di attraversar la ittà per andarla a prendere a casa dei vostri mentre sono in vacanza. Ma lei lo fa, e immagino anche vostra madre. Non serve dire altro, oltre "ok, mamma", battaglia persa ogni "mamma, lo saprò pure io come si soffrigge la cipolla". No, non lo sai.Non capisco se è perchè ha visto la guerra da piccola o perchè è una mamma italiana.Sarà il combinato disposto, guerra da piccola con fame annessa più mammitudine, a renderla scassacazzi, però le voglio sempre più bene, se mai fosse possibile volerle più bene di così, a questa scassacazzi di dimensioni epocali.


A volte telefona la mattina alle 7. "Stai dormendo? No, vero? Tu ti svegli sempre presto." Lo ha deciso lei non so come e non so quando che mi sveglio presto, telefonandomi alle 7. E da allora, sì, mi sveglio sempre presto.

Non sia mai io le dica di un qualunque malessere. Sono allergica alle medicine, e ho avuto un quasi shock anafilattico 4 anni fa, con una pasta con le sarde fatta da lei con andata a villa sofia e lei che sveniva al posto mio; si presenterebbe qua con l'ambulanza e il 118 per un mal di testa. Piccarità, mai mai le direi manco della febbre a 40. Mai nominare le sarde. Mai.
E siccome a Fiuggi diluvia mi fa: "Se esci di sera portati un giacchino, che prendi freddo" 
"ok, mamma". Ci sono 40 gradi a Palermo.

"Non ti rischiare a mangiarti il pesce quando sei sola (non muto nulla perchè lo slang verbo intransitivo-transitivo siculo non va mutato), vieni qua e te lo cucino io"  
"Ok, mamma". Come la pasta delle sarde, chiosa mio padre. Figurarsi se non mi cucino il pesce. 

"Domani ti porto le lenticchie, ho fatto le lenticchie" "Mamma le ho mangiate ieri" "E chi te le ha fatte?????" 
"Mamma, chi me le deve aver fatte? Io." "Hai fatto le lenticchie???????!!! Ce l'hai messa la carota? E un po' di sedano? La cipolla pure, ci sta bene, non so se sia il caso di soffriggerla..in questo caso anche aggiunta nella cottura va bene."
"Ok, mamma"

"In questa casa c'è il caos" e il giorno dopo, stessa casa, nessuna cosa smossa: "Hai fatto ordine? si vede, meno male che mi ascolti".
"Certo, mamma".

Qualcuno commenta: Le mamme italiane tendono alla protezione e meno all'autonomia. Mi vengono in mente i paesi nordici dove sembra essere il contrario.

Non lo so se, al netto che le mamme del mondo son tutte belle, non so se son meglio le mamme italiane. E mi appare che a volte io sia un nonostante lei. Nonostante loro, i figli e le figlie si affrancano in qualche modo, ma non tutti. perchè a dover sentir mia mamma, a doverle dar conto e ragione, senza andar lontano, ne vien fuori l'idea che ritenga che una donna, in quanto figlia, manco a 46 anni sappia aprire da sola una scatoletta di tonno, nemmeno in era grillina. E in effetti anche loro non ci son riusciti...Figurarsi lanciarsi alla conquista del mondo. Che dico, alla conquista di un qualunque risultato. 

Ironia a parte, a fare il paragone con la società nordica, mi spiace, vincono loro, le mamme libere e meno scassacazzi, e non credo che l'affetto ne soffra. Maternalismo e paternalismo quando si abberrano portano guai e podromi che tutti vediamo. Ed è difficilissimo separare l'affetto dal maternalismo nella testa di una mamma italiana. Non vorrei sembrar maschilista, quiesta cosa riguarda anche i papà, in modo alterno. 
Mi sbaglierò ma ne vien fuori una società immeritoria, infantile, incapace, irresponsabile e giustificatoria. Sempre. Certo, ripeto mille e mille volte, nulla mette in dubbio l'affetto. Ma non giustifichiamo anche con quello una cosa che non va proprio a meraviglia. U picciriddu. 
Crescere i figli con l'idea profonda che siano dei mentecatti e dei mentecatti a tal punto dal doverli giustificar sempre, rende l'Italia incapace di spiccare il volo come meriterebbe. 
E uso non a caso quel verbo e il condizionale. Meriterebbe.

Mamma, ti voglio bene. 

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