venerdì 8 agosto 2014

Ecco perchè #quota96 riguarda tutti. Tutti.

Perdonate l'ostinazione in questo giro di boa di ferragosto, ma torno a farvi riflettere sulla questione "quota 96" cercando di farvene capire l'importanza. Faccio finta di avere davanti il dottor Cottarelli e con lui tutta quella schiera di italiani che scuote le spalle poco convinta quando parla della vicenda dei quota 96.

Con l'espressione quota96 si indicano 3.976 docenti che all'epoca della legge Fornero avevano maturato gli anni di servizio per la pensione ed era già in procinto di lasciare la scuola.
Per un errore stupido ma gravissimo, un errore di calcolo, del tipo 2 più 2 uguale 5, di quelli che se lo facesse un qualunque studente agli esami di maturità verrebbe bocciato, questi 3.976 sono rimasti intrappolati nelle maglie della moderna Inquisizione: la Burocrazia. Ancora più rigide quando si sommano ad errori tecnici e non politici.

Qualcuno si era dimenticato di comunicare all'allora ministra Fornero che i docenti non maturano la pensione a dicembre, ma a settembre. Poichè l'anno lavorativo del docente e dunque la sua presa in servizio quando entra di ruolo, inizia il 1 settembre e non il 1 gennaio.

I 3976 avevano maturato tutti gli anni di pensione, tranne che per loro c'eran 4 mesi di sfasamento da considerare rispetto alle categorie del pubblico servizio. Ed erano 4 mesi che a ritroso, quando avevano iniziato la loro magnifica e improgressiva carriera scolastica avevano prestato normalmente come servizio.

Questo per dirvi cosa? A caratteri cubitali e in grassetto: NON DI PRIVILEGIO O SCIVOLO SI TRATTA MA DI ERRORE TECNICO FATTO DA INCOMPETENTI DA SANARE.

Così dunque inizia da allora la battaglia per sanarlo questo errore. Non sono esodati, non sono privlegiati, non sono. Questa vicenda era stata tenuta sotto traccia ma viva in questi due anni, a gennaio una petizione messa da noi on line e la tenacia di tutti e 3976 ha riportato sulle pagine dei quotidiani la vicenda.

Perchè ormai non è la politica a guidare il corso sociale ma son le pressioni sociali a guidare la politica. E la speranza era di convogliare l'interesse pubblico su questa vicenda. Non raccontandola solo come il diritto dei lavoratori di andarsene in pensione quando spetta loro (non sarebbe di per sè bastevole? No, non lo era stato) ma ricordando che 4 mila docenti in pensione comportano 4 mila assunzioni, in un paese dove la disoccupazione giovanile è ai livelli che conosciamo e dove la classe docente è la più vecchia del mondo.

Niente da fare. E' andata come è andata.

Posso dirlo? No, non mi sta bene. E la dico tutta: questa vicenda non riguarda più nemmeno i 4 mila docenti pensionandi, e nemmeno i 4 mila docenti da assumere. Riguarda tutti e comporta una locuzione non di poco conto: il concetto di diritto acquisito.

Vado al sodo: anche il signor Cottarelli andrà in pensione avendo maturato i suoi anni di lavoro (contributivo, retributivo, quello che sarà, e comunque ai senso della legge in vigore quando ciò accadrà) giusto? Anche il più accanito editorialista liberale convinto che il padre di tutti i mali del Paese sia da ricercare nell'entità della spesa pubblica andrà in pensione un giorno, giusto?

Ebbene, verrà quel giorno e un destino beffardo, manco tanto destino e manco tanto remoto, potrebbe abbattersi sul suo collo stanco e sui suoi pensieri stanchi e fargli la stessa identica sorpresa: no, mi spiace, lei non può. E perchè? Perchè no. Mi scusi! Ma è un mio diritto acquisito! Ecchisenefrega. Chi se ne frega dei diritti acquisiti.
Chi se ne frega dei diritti acquisiti.

Non so se tutti ricordano il tetto alle pensioni oltre i 240 mila euro che si voleva introdurre circa un anno fa. Non se ne fece nulla. Ricordate?
E come mai?
L'ordine dei giornalisti italiani (attenzione, attenzione, ripeto, l'ordine dei giornalisti, non l'ordine degli alti burocrati o degli alti manager, l'ordine dei giornalisti, quei santi, buoni e moralisti giornalisti italiani) fece ricorso al Tar contro il provvedimento. E, badate bene, lo vinse. Venne accolto. E, badate ancor più bene, con la seguente motivazione: trattasi di diritto acquisito. E chi si ci mette contro il Sacro Ordine dei Giornalisti Italiani Uniti?
Sacro Ordine non in difesa di quei poveri scarcagnati a 2 euro a pezzo scritto, ma a difesa delle pensioni dei giornalisti che superano i 240 mila euro.
Diritti acquisiti. Mi son zitita di botto: coi diritti acquisiti non si scherza mai.
E ci fu tutto un pippone di settimane di quegli stessi accanitissimi editorialisti liberali a difendere la cosa: se io ho lavorato nella vita per avere maturato quel denaro e ho lavorato anche per maturarlo perchè togliermelo o diminuirmelo?

E allora io ho detto, da due anni a questa parte, a ciascuno di quei docenti in trappola, forte di quella risoluzione del Tar e forte dell'importanza sociale e vitale dell'interesse acquisito: "se voi avete lavorato nella vita per avere maturato quel denaro e avete lavorato anche per maturarlo, perchè togliervelo o togliervi il diritto maturato anche quello per legge di andarci in quel giorno e non negli anni a venire? e intanto che se ne discute gli anni passano e il vostro diritto acquisito viene calpestato?

La stessa domanda la ripeto anche a te che leggi, e puoi chiamarti Cottarelli, puoi chiamarti Mario Rossi, puoi chiamarti Mila Spicola.
E trovo che non ci sia nulla di più illiberale, caro Cottarelli, o caro editorialista liberale, dell'aver contrastato con becere giustificazioni da ragioniere tale diritto. Il diritto acquisito non è alla base di ogni pensiero moderno, compreso, e anzi soprattutto, di quello liberale?

Il punto è che la contraddizione è tutta evidente ed è chiara e non è affatto liberale la vostra posizione a favore del diritto acquisito di quelle superpensioni in quel caso e della vostra posizione assolutamente contro il diritto acquisito di quei 3.976.
La storia di #quota96 apre a qualunque tipo di arbitrarietà e discrezionalità. Perchè se il mancato pensionamento dei #quota96 deriva dalle maggiori necessità connesse al periodo in crisi, necessità tali da annullare il loro diritto acquisito (e potrebbe forse, ma solo forse comprendersi in linea di principio), le stesse identiche necessità dovrebbero applicarsi, pari e patta, al caso delle superprensioni conservate e riaffermate per diritto acquisito.
Dunque io non entro nel merito del ragionamento "di fronte a necessità maggiori una famiglia stringe i denti e dunque si sacrifica", per carità, è una vita che il ceto medio italiano si sacrifica. Quel che non fila e non regge è la disparità. Perchè allo stesso modo dovrebbe "sacrificarsi di fronte a necessità maggiori" il diritto acquisito di poter usufruire di una pensione di meno di 240 mila euro. Chè, appare chiaro a tutti, non è questione di vita o di morte. Persino Cottarelli mi pare che percepisca una cospicua pensione che potrebbe lui per primo ridurre in coerenza col principio sacrosanto delle necessità maggiori.
Ma che principio sacrosanto è quello che va bene per alcuni e per altri no? Mi sembra tutto fuorchè l'affermazione dello Stato di diritto.
Il che dovrebbe togliere il sonno a qualunque italiano, perchè non è uno stato sociale, ma nemmeno liberale questo, è uno stato feudale, o, a voler essere buoni, borbonico. L'ho detta in modo eufemistico e nobile in realtà manco Trilussa troverebbe le parole.
Non vorrei che il mio Paese fosse quello in cui, - a voler usare quasi una frase banale che potrebbe sembrare qualunquistica e demagogica ma non lo è, perchè accade -  i signori (non voglio usar il termine stra abusato di casta) si difendono da soli, perchè tanto comandano, e i servi della gleba non han difesa perchè non han forza, se non i loro diritti: e i diritti acquisiti per altri bastano per loro no. Quando in realtà si evince che oggi i diritti non bastano a difendere i diritti stessi. Eppure ci sembrava anche questo un diritto acquistito nel difficilissimo cammino della storia moderna. Questo è esattamente un cambio verso all'indietro. Non un progresso.

Non vorrei svegliarmi e vivere con don Rodrigo, don Abbondio e fra Cristoforo, e non vorrei che qualcuno me lo spacciasse per "liberalismo moderno" quando riguarda talune categorie e per diritto da difendere quando riguarda lobby di potere; questa discrezionalità palese dei diritti che oggi va tanto di moda abbelirla e spacciarla per modernità ha tutto fuorchè di moderno, quando tra me e loro, i bravi di don Rodrigo, ci sono stati Mazzini, Gramsci, De Gasperi, Moro e tutto il resto che abbiam lasciato sui banchi di scuola.

Mica siam scemi, siamo insegnanti e su quei banchi noi ci stiamo ancora, più dalla parte di Mazzini, De Gasperi e Rousseau che dalla parte di don Rodrigo.
Anche perchè non è ignoranza quella mostrata da certi liberali del "lo Stato non può reggere la spesa", è palesemente difesa di interessi di parte.
E se posso essere d'accordo con loro in linea di principio, se principio deve difendersi, la conseguenza diretta è che il diritto acquisito di quei 3.976 vale esattamente quanto il diritto acquisito difeso sanato della congrega dei "più di 240 mila euro l'anno in più".
Non dico in euro, ma in principio.
Ma che valore hanno i principi e i diritti oggi non è domanda da risolvere in un talk show.

A volerla dire ancora di più: non arrischiamoci a pesare il valore di un insegnante con quello di un giornalista da 240 mila euro e più di pensione l'anno. Noi non l'abbiam fatto, ma scemi no. Siamo insegnanti.
Devi tenerti i tuoi 240 mila euro come diritto acquisito? Giornalista, manager, burocrate, superprimario e via dicendo...Vedi di metterti sottosopra a difendere con me lo stesso identico diritto acquisito di quei 3.976 piuttosto. Perchè se traballa il mio, il loro,  il tuo vien spazzato automaticamente da una stessa logica, dall'opportunità e dal buon senso.

Se non ci son le risorse per loro non ci son per te. E se ci son per te e non per loro scricchiola sul serio questo Paese e ciò che è stato ed è. Sia che la osservi da liberale, da socialista, da democratico, da tutto quel che vuoi: scricchiola a un 'era più vicina da Hammurabi che a Montesquieu.

Ora non voglio entrare nel palleggio delle colpe, se politiche o burocratiche, è uno sport che stan praticando in tanti e molto meglio di me, anche se credo che siano più banalmente e mediocremente interessi di parte diversamente difesi.
Volevo solo aggiungere un tassellino di ragionamento ai Cottarelli di turno. Di stare sereni, cioè di inziare a perdere il sonno, perchè potrebbe capitare anche a loro. Di vedersi stracciati a un palmo dal naso i propri diritti, e non ne godrei, sia chiaro, perchè la sconfitta sui diritti acquisiti è una sconfitta del Paese, non di parti del Paese.
Non chiamatemi ostinata o noiosa se continuo a battermi per i quota96, dentro il PD, in modo aperto, chiaro, determinato e col viso e il nome ben in vista. E' per ogni diritto che mi batto. Perchè i diritti riguardano tutti. In questa difesa non difendo parti, interessi di parte o di partito, e nemmeno consensi, di casta o di classe. Difendo un diritto, per il Diritto.

Poi van da sè quelle persone, i pensionandi e gli assumendi, i loro allievi e la scuola e tutto il resto. Ma il ponto era, è e rimane una questione di diritto. Acquisito e perso.

Sono profondamente seria: non è un bel crinale. Crinale ha la stessa radice greca di crisi. Di cosa? Lascio l'interrogativo a voi. Tutti.




5 commenti:

  1. Ieri a MonteCitorio gli gli ex-compagni,Damiano, Ghizzoni, Boccia (Boccia ex compagno :roll: ) ma ancora suoi "sodali" di partito non sono scesi a mostrare solidarietà a un centinaio di vecchietti che gridavano la loro rabbia verso chi ha votato perché ... andasse come è andata ... il PD.
    Lei è in disaccordo con come hanno votato gli ex compagnucci ... a Renzi nun glie ne po' fregà de meno ...
    Franco Spirito quota 104

    P.S. una precisazione: Carlo Cottarelli, nato nel 1954 è in pensione dalll'FMI con 220.000 € a fronte lavori fortemente usuranti:
    Banca d'Italia (1981-1987), ENI (1987-1988). FMI (incarichi diversi) dal settembre 1988 al 2013 quindi chiamato dall'amico (staisereno)Enrico Letta per 258.000 €, circa 140mila netti (380 euro al giorno) a tagliare carne viva, non agli sprchi, ma ai lavoratori.
    fonti:
    http://www.iltempo.it/politica/2014/03/27/la-mia-pensione-d-oro-senza-segreti-1.1234062
    http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Cottarelli

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  2. Ecco, mi ha dato un'informazione che mi mancava. Grazie

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    1. Scusi Mila, quale?
      Che sono ex compagni?
      Che a Renzi non importa una mazza della scuola pubblica?
      ... O forse il Post Scriptum sul Dottor Carlo Cottarelli?
      Quella non è un'informazione è la lampante prova della vergogna e della malafede di chi ci governa e che cerca ancora i voti di chi vuole semplicemente spolpare per mantenere una casta intoccabile.
      Franco Spirito

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  3. Un GRAZIE maiuscolo per le sue parole, cara MILA, DA CUI SI PERCEPISCE IL SUO RISENTIMENTO E TUTTA L'INDIGNAZIONE che scaturiscono dalla consapevolezza( SUA E NOSTRA) che noi di QUOTA96, sin dall'inizio della vicenda, siamo stati trattati da servi della gleba. Purtroppo però oggi le parole, seppure giustisssime, non servono più ,se non a fare letteratura nei vari
    blog. Ormai servirebbero solo FATTI CONCRETI ED ECLATANTI da parte di chi abita le stanze della politica, onde poter costatare, noi poveri sessantaduenni che abbiamo solo l'arma della protesta di piazza( a cui il potere è ormai assuefatto e quindi indifferente), che per una buona volta ALLE PAROLE SONO SEGUITI I FATTI e, finalmente, il nostro DIRITTO ACQUISITO ha trovato definitiva accoglienza e GIUSTA SOLUZIONE!

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  4. Grazie, Mila Spicola. Le tue parole sono vere, appassionate ed equilibrate al tempo stesso.
    Le ho lette attentamente. Ma Renzi le ha lette? È questo il vero punto....
    Mi pare che l'uomo che tutto decide in proprio, della vicenda deil'abuso sibito dai quota 96 non abbia capito niente...

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