martedì 6 ottobre 2015

Questione Gesap? Donne nei CDA? I diritti non sono forma ma sostanza delle democrazie.



Spicola (PD Nazionale) - “Questione Gesap? I diritti non sono forma ma sostanza delle democrazie”
“Nulla di nuovo sotto il sole per quanto riguarda la composizione del Cda della Gesap. In Italia le donne non hanno pari trattamento, non hanno pari opportunità. Le questioni di genere non sono questioni di costume, di colore, di coscienza o di ideologia, ma di diritti, non formali ma sostanziali: umani, civili, costituzionali, giuridici, e chi più ne ha più ne metta. Per questosostengo al 100% la posizione dell’Associazione Fiori D’Acciaio in merito”.
Così Mila Spicola, componente della Direzione Nazionale del PD ed ex vicesegretario del PD Sicilia, sulla vicenda Gesap sollevata dall’Associazione Fiori di Acciaio. Spicola aveva già a marzo segnalato, scrivendo alla commissione di garanzia regionale, come persino la segreteria del PD Sicilia, con 10 uomini e 2 sole donne, violasse l’equilibrio di genere prescritto dagli Statuti nazionale e regionale del Partito Democratico. Anche in questo caso “pena la decadenza”. Segnalazione caduta nel vuoto.
“Diritti riconosciuti in modo formale nelle carte e nelle leggi – continua Spicola - ma ancora lungi dall’essere diritti sostanziali. Pur con competenze provate e dimostrate ci sono volute leggi e statuti per portare le donne nei luoghi delle decisioni. Cosa che non accade per gli uomini, sulle cui competenze a volte abbiamo più di qualcosa da obiettare. Oggi, quelle stesse leggi, vengono serenamente ignorate. Ebbene, non bastano più nemmeno le leggi, nemmeno gli Statuti; persino gli schieramenti storicamente più sensibili alla questione dei diritti sembrano più preoccuparsene.”
“La normativa di cui alla legge 120/2011 – spiega - afferma che negli organi amministrativi e sindacali delle società partecipate, come la GESAP, il genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo dei propri componenti, pena, ai sensi del D.P.R. 251/2012, (legge trasversale per proposta e approvazione) la decadenza degli organi medesimi. In questo caso un solo genere viene rappresentato. Quello della Gesap non è purtroppo un caso isolato: anche il cda dell’ospedale Gaslini di Genova ha la stessa composizione illegale. Casi di discriminazione di genere si moltiplicano e si accostano a veri e propri atti di sessismo, anche in luoghi sacri come il Parlamento. Sono tutti atti condannabili perché contrari a precise indicazioni costituzionali, giuridiche e/o statutarie di rispetto della persona, che è pari e uguale di fronte alla legge e come tale deve avere pari opportunità, non veti totali, a prescindere “dal sesso, dalla razza, dalle opinioni politiche, dal credo religioso, dalle condizioni sociali”.

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