sabato 30 agosto 2014

Spicola (PDSicilia): “Governo politico o governo tecnico? Governo capace. Azzeriamo tutto e ripartiamo senza logiche di parte”


Nota completa (a seguire comunicato stampa).

Spicola (PDSicilia): “Governo politico o governo tecnico? Governo capace. Azzeriamo tutto e ripartiamo senza logiche di parte”

“Lunedì ci sarà l’ennesimo incontro al PD per discutere per l’ennesima volta delle stesse cose. Con l’aggravante delle vicende a cui abbiamo assistito. Riprenderemo in realtà da dove abbiamo interrotto, che è la stessa discussione che si protrae da un anno. Governo politico..governo tecnico..io direi governo capace. Cambiare una giunta non basta. Serve che nel mio partito ci mettiamo veramente in testa che è necessario cambiar testa, e non è un gioco di parole. Quella a cui hanno assistito e a cui assistono i siciliani e gli elettori del PD è una politica tutta strumentale, in cui ai colpi di teatro dei server che cedono, si contrappongono anche le dinamiche di parte a cui si sottopongono le decisioni che riguardano tutti:  prevedibile o imprevedibile, era il guasto tecnico di un server, no? Indipendente da volontà umana. E se ci sono anche delle irregolarità procedurali verranno individuate e sanzionate. E se ci sono delle incapacità vanno riconosciute, con umiltà. Con spirito di servizio verso i cittadini, non di auto salvaguardia. Dipendente da volontà umana è invece che decisioni serissime, come ad esempio i lavori su un interporto, debbano dipendere da logiche di parte. Inaccettabile. Che tutto, ogni cosa, venga triturato e strumentalizzato in tali logiche o in contrattazioni di scambio politico. Ripeto: è inaccettabile.

Tutti dicono “serve un cambio di passo”, io aggiungo: serve un cambio di testa.
Azzerare e ripartire? Certamente, sono d’accordo, ma su tutti i fronti: rifare la Giunta, tutta, i presidenti di Commissione e dell’Assemblea, completare la segreteria del PD e mettere nel piatto due riforme importanti: primo, una legge elettorale che ridisegni l’assetto istituzionale e i rapporti tra Presidente, Aula, Giunta ed elettori, che ricrei un rapporto di fiducia e credibilità, attenzione, da distinguere saggiamente dal consenso, perché gli ultimi tre presidenti sono stati eletti col consenso: uno è in galera, uno è indagato e il terzo vive le difficoltà che vediamo tutti. 
Il consenso ahimè non ha coincide spesso con la scelta del meglio, legato com’è a logiche clientelari e di scambio. Non solo, credo che siamo di fronte alla necessità di scelte che creeranno dissensi, non consensi. E non credo che i 90 deputati dell’Ars, con tutto il rispetto, siano in grado di sostenerle, le scelte che creano dissenso, con l’assetto istituzionale attuale. Secondo, serve una riforma dell’apparato burocratico amministrativo. Non c’è governo senza burocrazia. Ho letto e sentito, in seguito alle vicende a cui abbiamo assistito di tutto sul rapporto tra burocrazia e politica. Uno Stato si regge su un rapporto efficiente, efficace, neutro e credibile tra politica e burocrazia. Aggiungo: Politica capace e burocrazia competente. Un rapporto che non sia una questione di “fiducia personale”, ma di regola istituzionale. La burocrazia serve lo Stato. Tremo nel sentire “scelgo uno di cui mi fido” oppure “di quello non mi fido più”. Il burocrate non è in rapporto fiduciario, ma in rapporto neutro istituzionale con la politica. Osserviamo ciò che è accaduto e accade e vediamo come tale principio sia stato stravolto e frainteso. Serve una stretta sull'apparato amministrativo siciliano, regionale come locale, incapace di attuare qualunque mandato: di pianificazione, come di capacità di spesa per mancanza di aggiornamento formativo dei singoli dipendenti e funzionari. Disorganizzazione e incompetenza sono strutturali e il singolo che fa vede vanificata la sua azione in un sistema che non è governato e non fa.

Forse il mio partito dovrebbe discutere più dell'ammontare delle risorse e dei fondi Pac (da quelle per gli asili, a quelle sulle spese sociali) che si stanno perdendo e non usando e di come fare assistenza tecnica alle amministrazioni su queste cose, che sono le cose che cambiano la vita dei cittadini. 
Dentro il partito completare la segreteria e convocare quanto prima tavoli di crisi per ogni ambito che riguardi i problemi della Sicilia, non del PD.

Qualcuno dice: andiamo a votare, oppure commissariamo la Sicilia. Non credo che senza un cambio di testa e quelle due riforme strutturali cambierebbe granchè.
Dunque, se siamo onesti intellettualmente, se non siamo ancora una volta schiavi delle logiche di parte, o schiavi di noi stessi e della nostra autoconservazione, azzeriamo tutto. Tutto però. Con coraggio. Se no alziamo bandiera bianca.
Tutte queste cose viaggiano insieme all’idea che chiunque arrivi adesso debba essere “uno bravo”. Assessori competenti a prescindere, non perché sono vicini a quello o a quell’altro. Lo dico al presidente, lo dico al mio partito, lo dico ai partiti della coalizione di maggioranza. E non mi basta nemmeno la medaglietta di “politico”. Non mi pare che i gloriosi assessori politici degli ultimi 30 anni abbiano condotto la Sicilia verso lidi dorati. Anzi, sono stati i veri artefici del disastro, si sono mangiati pure i tavoli delle sedie e hanno convinto i siciliani tutti che la politica fosse quella: mangiarsi tutto. Nessuno mi dica che dobbiamo rimpiangere quelle stagioni. Nemmeno con un “sì ma almeno queste cose non accadevano”. Accadeva questo e il peggio di questo, ma faceva comodo a tutti far finta di nulla. Compreso ai siciliani.

Non possiamo pensare di ricorrere nell'affidare i ruoli sempre alla persona più vicina. Anche se mediamente valida. E' necessario mettere in campo le competenze, non le incompetenze. Non i "vediamo come se la cava, imparerà".
Di fronte a gravissime malattie possiamo continuare a voler bene al nostro medico condotto, alla sua esperienza, ma è dallo specialista che si corre. Il virus dell’ebola non lo cura un medico condotto, per quanto bravo e le riforme si fanno con le competenze.

Nel PD dobbiamo capirlo che o si attua veramente una svolta radicale oppure saremo punto e d’accapo.

Personalmente non sarò d’accordo con nessun accorducolo su due o tre o quattro o anche tutti gli assessori e sulla riffa dei nomi per poi lasciare intatte le dinamiche che negli ultimi 30 anni ci hanno condotto in fondo al fosso.  L’ho già detto una volta, Su tali vicende non parlo più da “renziana” da mesi, parlo da vicesegretario del Partito Democratico tutto, in modo libero e indipendente, e non sono nè sul piatto degli assessori, nè in campagna elettorale. 

Mi sento di rappresentare, per queste riflessioni, - maturate da tempo, ma accelerate dal caos a cui abbiamo assistito -, nulla togliendo alle anime del PD, in modo trasversale, un'area vasta del partito, tanti iscritti del pd, tanti elettori e tanti cittadini, che stanno vivendo con estremo disagio ciò che accade. Le aree siano una ricchezza di elaborazione politica, non uno scontro di logiche di potere che distrugge ogni azione o decisione politica. Specialmente in un momento gravissimo come quello attuale. Mi carico di responsabilità e di colpa qualora il mio partito, o esponenti del mio partito, non siano sempre in grado di ammettere sbagli palesi, o continuino a reiterare scelte sbagliate, e, se serve, sono pronta a dimettermi dalla mia carica per ricreare un rapporto di fiducia con la nostra gente. La politica dello scarica barile è solo una politica irresponsabile.

Credo che i siciliani non hanno bisogno di  un Partito Democratico in cui i loro problemi non siano un rimbalzo di palla per logiche tutte interne alla politica. Tremo all’idea di quello che sarà affrontare problemi seri con tali logiche: come i regolamenti di attuazione sui rifiuti, la riforma della Formazione, l’energia… Vorrei che rappresentassimo tutti loro, i cittadini, e non una parte del PD. Non se lo possono permettere loro e non ce lo possiamo permettere noi. Per far questo, per evitare che le mie parole entrino nel tritacarne delle strumentalizzazioni, dei retro pensieri e delle dietrologie, ho già messo le mani avanti: non sono sul piatto degli assessori, né in campagna elettorale. Svolgo semplicemente il mio ruolo, che spero sia sempr quello di usare la politica per i cittadini, in una logica collettiva e non individuale, e non viceversa quello di usare i cittadini per la politica, o peggio per un partito, o peggio per una parte di partito, o peggio che mai i cittadini per me stessa. Forse sto chiedendo l’impossibile alla politica siciliana, abituata strutturalmente ad altro, ma è quello che, secondo l'opinione di tanti di noi, serve.”


Comunicato stampa 

Spicola (PDSicilia): “Governo politico o governo tecnico? Governo capace. Azzeriamo tutto e ripartiamo senza logiche di parte”

"Lunedì ci sarà l’ennesimo incontro al PD per discutere per l’ennesima volta delle stesse cose. Con l’aggravante delle vicende a cui abbiamo assistito. Riprenderemo in realtà da dove abbiamo interrotto, che è la stessa discussione che si protrae da un anno. Governo politico..governo tecnico..io direi governo capace. Cambiare una giunta non basta. "

Queste le riflessioni della vicesegretaria del PD Siciliano riguardo le vicende politiche siciliane,  

"Tutti dicono “serve un cambio di passo”, è vero, così non possiamo continuare. Ma io aggiungo: serve un cambio di testa.
Azzerare e ripartire? Sono d’accordo, ma su tutti i fronti: rifare la Giunta, tutta, i presidenti di Commissione e dell’Assemblea, completare la segreteria del PD e mettere nel piatto due riforme importanti: primo, una legge elettorale che ridisegni l’assetto istituzionale e i rapporti tra Presidente, Aula, Giunta ed elettori, che ricrei un rapporto di fiducia e credibilità. Secondo, serve una riforma dell’apparato burocratico amministrativo.
Non c’è governo senza burocrazia. Uno Stato si regge su un rapporto efficiente, efficace, neutro e credibile tra politica e burocrazia. Politica capace e burocrazia competente in rapporto istituzionale non fiduciario. La riforma della burocrazia deve andare insieme a una stretta sull'apparato amministrativo, regionale e locale. Qualificare il comparto e ridare qualità e capacità alla spesa, soprattutto quella dei fondi comunitari. Siamo come sempre al palo. Stiamo ad esempio perdendo i fondi Pac, oppure li spendiamo male, perchè gli uffici regionali e quelli comunali non lavorano in sinergia, quando non sanno proprio da dove iniziare, per incapacità o inerzia.Quelli che si spendono si stanno spendendo male."

Così continua:
"Serve che nel mio partito ci mettiamo in testa che è necessario cambiar testa, e non è un gioco di parole. Quella a cui hanno assistito e a cui assistono i siciliani e gli elettori del PD è una politica tutta strumentale, in cui ai colpi di teatro dei server che cedono, si contrappongono anche le dinamiche di parte a cui si sottopongono le decisioni che riguardano tutti. Dipendente da volontà umana è che decisioni serissime, come ad esempio i lavori su un interporto, debbano dipendere da logiche di parte. Inaccettabile."

Così conclude:
"Qualcuno dice: andiamo a votare, oppure commissariamo la Sicilia. Non credo che senza un cambio di testa e senza quelle due riforme strutturali cambierebbe granchè.
Senza essere ancora una volta schiavi delle logiche di parte, o schiavi di noi stessi e della nostra autoconservazione, azzeriamo tutto. 
Personalmente non sarò d’accordo con nessun accorducolo su due o tre o quattro o anche tutti gli assessori e sulla riffa dei nomi per poi lasciare intatte le dinamiche che negli ultimi 30 anni ci hanno condotto in fondo al fosso.  

Su tali vicende non parlo più da “renziana” da mesi, parlo da vicesegretario del Partito Democratico tutto, in modo libero e indipendente, e non sono nè sul piatto degli assessori, nè in campagna elettorale. Mi sento di rappresentare, per queste riflessioni, - maturate da tempo, ma accelerate dal caos a cui abbiamo assistito -, nulla togliendo alle anime del PD, in modo trasversale, un'area vasta del partito, tanti iscritti del pd, tanti elettori e tanti cittadini, che stanno vivendo con estremo disagio ciò che accade. Le aree siano una ricchezza di elaborazione politica, non uno scontro di logiche di potere che distrugge ogni azione o decisione politica. Specialmente in un momento gravissimo come quello attuale. Mi carico di responsabilità e di colpa qualora il mio partito, o esponenti del mio partito, non siano sempre in grado di ammettere sbagli palesi, o continuino a reiterare scelte sbagliate, e, se serve, sono pronta a dimettermi dalla mia carica per ricreare un rapporto di fiducia con la nostra gente. La politica dello scarica barile è solo una politica irresponsabile."

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