martedì 2 febbraio 2016

VIOLENZA E FEMMINICIDI: NON E' FOLLIA. E' IGNORANZA.


1. Misterbianco, uccide la ex compagna, madre di te figli;il fermato aveva già ucciso nel 2000 il vicino di casa per gelosia.
2. Pozzuoli: dopo la lite dà fuoco alla compagna incinta e fugge
3. Brescia, uccide la moglie, poi si schianta
contromano in autostrada e muore
4. ... la strage continua. Continua, con ferocia.
Non so, vogliamo ancora negare? Sottovalutare? Sostenere che "un virus della follia" colpisce questi bastardi e delegittimare la violenza?
Vogliamo riempire per settimane giustamente le prime pagine sugli eventi di Colonia e ancora negare le violenze di massa di casa nostra? Cosa non più tollerabile?
Urge accelerare il piano di interventi contro le violenze di genere.
Di questi eventi siamo colpevoli tutti, non la follia. 
Siamo colpevoli nell'avallare un tessuto sociale e culturale fortemente e inconsapevolmente sessista, in cui ancora libertà e autodeterminazione delle donne non vengono tollerate da un tessuto sociale maschilista che ancora non ha affrontato sul serio, con maturità, coscienza e cultura il tema delle libertà delle donne, dei diritti delle differenze.
Che non identifica e riconosce stereotipi duri a morire che diventano gabbie pericolose per le donne, quandoo se ne discostano con autodeterminazione, ma ancora più per gli uomini, schiavi di un racconto che li vuole padroni e proprietari e al quale inconsciamente non riescono a sottrarsi, se non sono stati espressamente educati a sottrarsene da sempre.
Non è follia, è ignoranza. E' ignoranza individuale sommata a ignoranza collettiva.

La combatteremo educando, in modo sereno e determinato, con chiarezza e costanza e sensibilità.
Sentinelle in piedi o Adinolfi, siete destinati a mettervi da parte. 
Lo combatteremo svegliando giornali, media, marketing e testate verso una narrazione e una educazione di tutti, diversa, sulle donne, non più oggetto, ma soggetto pari, anche sessuale, soggetto mai oggetto, persona, non quarto  di bue o ritratto stereotipato di sottomissione e sugli uomini, non proprietari delle donne,  della forza e del suo lato oscuro, ma di eguali fragilità.
E non siano definiti come estemporanei gesti di follia. No, no, mai più. Sono frutto di clima e senso culturale.

Stiamo operando uno sforzo etico e morale immenso, dentro la scuola. Stiamo intraprendendo un percorso nuovo, inedito. Di educazione, che si fa riflessione collettiva. E non è facile, è doloroso e difficile. Aiutateci.
Chi è nei giornali, chi li dirige, chi ci scrive: aiutateci.
Chi ha figli e figlie: aiutateli.
Aiutiamoci affinchè nessuno possa dire domani che siamo il paese che uccide le donne.

Non si ferma il percorso dei diritti e della dignità. Non si ferma il percorso della lotta alle violenze e alle discriminazioni, di cui ci si fa ahimè complici, avallando il discorso fortemente sessista dell'uomo e della donna che attraversa il nostro paese come una polvere sottile e velenosa.
Donne e uomini devono viaggiare uniti nel rispetto della differenza e nell'uguaglianza dei diritti,
su tutti il diritto alla libertà e quello all'autodeterminazione, fuori da ogni stereotipo.
Attenzione grande a non fare di tali fatti, violenze e femminicidi, un altro stereotipo narrativo. Perchè sennò non ne usciremmo vive.
In ogni senso. 

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