martedì 12 luglio 2016

L'impolitica femminile

L'impolitica femminile


In altra sede scriverò della disputa sul "valore politico dell'essere madre" a cui ci hanno appena fatto assistere due donne ai vertici della politica inglese, memore della polemica italiana di simile verso che ha riguardato i nostrani Bertolaso e Giorgia Meloni, passando per lo scranno da sindaco occupato dal figlio della Raggi. 
"Esibizioni"? "Stereotipi"? "Polemiche superate"? "Non parliamo di genere bensì di competenze"? "Che mi frega se è donna, l'importante è che sia brava"? (Domanda che non facciamo agli uomini, lo diamo per scontato, a ben osservare tanto scontato non sarebbe)? "Che mi frega se sia madre?" (E poi in realtà su quello stereotipo o negazione dello stereotipo cadono le teste) e chi più ne ha più ne metta.
Sembrerebbe "non fregare a nessuno" epperò i fatti indicano altro: il rapporto donne, politica, maternità è un nervo scopertissimo e non risolto, come la fai, anzi, come la dici, sbagli.
Ci rifletterò qualche giorno prima di scriverne ancora...mentre rifletto e cerco mi ritrovo in rete.
Scrivevo sei anni fa l'articolo che segue. Scadeva il primo mandato Napolitano e, al solito, si affacciava l'ipotesi della candidatura femminile per la Presidenza della Repubblica.



giovedì 11 aprile 2013


Mila Spicola: l'elezione del Presidente questione di competenza sì, ma anche di rappresentanza

L’elezione del Presidente della Repubblica non è una questione di genere ma di competenze. 
"Vero, concordo", scrive oggi Mila Spicola; ma poi ci racconta una cosa: 
In una delle mie classi, un paio di anni fa, le ragazze erano 19 e i ragazzi 10. Dovevano eleggere il rappresentante e giustamente Mario disse: “Se io mi candido voi mi votate anche se son maschio e voi femmine siete di più?” 
Il dibattito fu accesissimo e le proposte molteplici. Tra cui persino l’ipotesi di proporre alla preside di riequilibrare il numero di ragazzi e ragazze nella classe. Si addivenne a una rosa di candidati proporzionale al genere e poi al criterio, in seno a quella rosa, della libera scelta. Era una seconda media, età dei ragazzi e delle ragazze 12/13 anni sulla carta, ma come saggezza di proposizione del problema molti ma molti di più. Una piccola e normale classe di saggi, non sempre saggi attenzione, perchè in fondo sempre ragazzini erano e vari e mutevoli come ciascuna categoria dell’umano consesso. 
Ma in quell’occasione la domanda di Mario mi stupì, tanto che avevo deciso di farne azione didattica e di dedicar alle loro discussioni un’ora intera delle mie misere due settimanali, con richiesta alla collega dell’ora successiva di farli continuare.

Dunque l’elezione del Presidente della Repubblica non è una questione di genere ma di competenza.
Vero concordo. Ma di rappresentanza sì, sembrerebbe, per quanto sollevò Mario in classe. 
Vediamo di capire come è composta e con quali criteri la rosa degli elettori del Presidente.
Ad oggi persino la parte criminale del paese sembrerebbe rappresentata da alcuni inquisiti nominati tra i grandi elettori. Non so se equamente, ma c’è. Le donne invece, che devono per forza e ovviamente essere limpidissime e cristallinissime e che sono il 52% del paese, hanno addirittura una presenza di 5 donne su 58 componenti. 
Ma che volete che sia? 
Maria non sa dove alzar la mano per essere ascoltata per fare, al femminile, la domanda di Mario.
Tutti gli uomini son stati scelti col solito criterio: ci devono stare. 
Perché il meccanismo e la regola di selezione portano a loro la maggioranza. Le 5 donne con lo stesso criterio risultano minoranza. Criterio maggiorato da una clausola tacita: purché siano wonder woman.
Ovviamente questo non vuol dir nulla. L’elezione del Presidente non sarà una scelta di genere, ma assolutamente di competenza. Certo, come no. E persino a 58 uomini può capitare che, insieme a tutti i parlamentari, sceglieranno per assurdo una donna. Per assurdo, lo riscrivo.
Un  uomo vota una donna non so quanto per le sue reali e vere competenze, come farebbe una donna con un’altra donna (inciso: le donne esitano parecchio prima di votare una donna, il giudizio è spesso impietoso), ma perché per adesso fa politicamente corretto scegliere una donna, crea consenso e fa figo e nuovo.
Sapete che c’è? Fosse solo questo il motivo dei componenti uomini per scegliere una donna, e ho il fondato sospetto che solo per questo motivo saran “costretti” a sceglierla, tanto meglio.
Dopo 80 anni di Presidenti uomini e non tutti all’altezza, scegliere una Donna Presidente andrebbe bene per i prossimi 80. Valida, ovviamente. Alle donne non sia mai e poi mai perdonato di non essere all’altezza, tanto quanto lo si perdona a taluni impresentabili uomini. Anche su questo ci sarebbe molto da dire e da fare, affinché non venga perdonato nemmeno agli impresentabili, che comunque ci ritroviamo sempre là con scarsi moti di vergogna.

PS Non so se fu incredibile, casuale o normale, o cosa, ma in quella seconda  classe della scuola media venne eletto come rappresentate un ragazzo e come vice rappresentante un altro ragazzo. Salvo poi dimettersi entrambi dopo qualche mese per dare spazio alle due compagne dietro di loro e dopo qualche mese di nuovo dimissioni e rotazione. Per loro spontanea decisione. 
Alla fine dell’anno, tornando stanchi da una gita a Marsala, discutemmo in pullmann della cosa, che aveva avuto i pro e i contro, e conclusero, tra una canzone e un ci fermiamo che dobbiamo andare in bagno,  che “Comunque, sa prof? Anche questi compagni maschi son bravi!”
E ripartirono le discussioni… La vita, l’Italia, fuori da quella classe, in cui difendo con le mani e i denti i miei piccoli uomini e le mie piccole donne, è davvero un altro mondo, almeno finora e assisteremo a un altro romanzo, quello in cui, “Sai che c’è? Persino le compagne femmine son brave.” E sarà meglio di “la votiamo perché è una donna”.
Mila Spicola, 11 aprile 2013 Fonte: Donne da romanzo quirinale

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