lunedì 8 agosto 2016

Tenga il Resto. Del Carlino.


L’ho vista per caso in una rassegna, la foto che riportava il titolo di un articolo sul Resto del Carlino.
Mi è salito il sangue alla testa ma credo che solo l’ironia possa in certi momenti essere d’efficacia. Il titolo recitava “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo”. Argomento: la quasi vittoria delle nostre atlete del tiro con l’arco. E’ stato un attimo ed ecco pronto il tweet rivolto al profilo del Resto del Carlino: “ Signora, vuole il Resto del Carlino? No, grazie, se lo tenga @qn_carlino #rispettodellapersona”. E’ stata una sorpresa vedere che in poche ore veder diventare virale il tweet? No. Il vento sta mutando, se prima ciascuna di noi preferiva evitare, minimizzare, rimanere sul piano del “che sarà mai, è una battuta, dai”, adesso non è più così. Non solo: l’indignazione, lo sberleffo per quella testata giornalistica sono arrivati da ogni parte, sesso, latitudine e longitudine. E dico di più: il paese sta cambiando sul rispetto di genere cominciamo adesso ad essere tutti molto più attenti, è bene che le redazioni, noti covi maschilisti ( con affetto e rispetto), se ne rendano conto, perché l'essere completamente fuori trend semplicemente contribuisce alla già grossa crisi di vendite. La fetta di pubblico che legge e compra giornali, che non sono tanti, si sa, ma è pubblico attento, sta maturando sempre di più consapevolezza anti sessista, specie in mesi di proteste e indignazione contro violenze e femminicidi. Il sessismo non va più di moda. Con buona pace se ne accorgerà anche Salvini. 

Non ho mai digerito le battute sull’aspetto fisico delle persone, specie quando fuori contesto, è una cosa indigeribile, sgarbata, che raggiunge e supera la cafonaggine. Potrei forse ammetterla in contesti intimi, ma proprio forse. La puoi fare a tuo marito, a tua moglie, a un amico, in contesto personale e scherzoso, ma farla ad altri e in pubblico è brutto, imperdonabile poi se lo si fa in contesti ufficiali, sminuendo professionalità e lavoro altrui, è mancanza di rispetto. Vale sulle donne, e si entra nel terreno periglioso del sessismo, nervi scoperti e piaghe antiche e recenti provocano bruciore come chilate di sale buttato addosso a quelle ferite. Ma vale anche sugli uomini. Pratica odiosa sbeffeggiar per l’aspetto.
Per completezza d’informazione, il garbato direttore del Resto del Carlino Giuseppe Tassi, ne sono convinta in assoluta e bonaria buona fede, nel suo editoriale ha scritto: “E poi ci sono le donne, le magnifiche donne d’Italia che fanno la loro parte con l’argento pesante di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, prima medaglia femminile nei tuffi conquistata con la grazia di due mannequin. E ancora l’argento rabbioso della judoka Giuffrida, 21 anni e il bronzo della fatica firmato dalla Longo Borghini nel ciclismo. Per finire con la medaglia di cartone delle ragazze dell’arco. Non hanno il fisico da indossatrici, portano goffi occhiali ma da 70 metri centrano il bersaglio. E il cuore degli italiani.” 

Allora, cominciamo da capo, con garbo e pazienza: le atlete italiane non sono mannequin, a loro non si chiede d’essere belle, ma di essere atlete. O meglio, non glielo chiediamo nemmeno di essere atlete, ce lo regalano. Ci regalano il loro impegno, il loro sudore, la loro fatica e i loro risultati. Per quello noi le sosteniamo, lo stesso vale per i nostri atleti. Nello stesso identico modo. Apprezzarne o meno la bellezza è da riferirsi ad altri piani e ad altri contesti. Il loro mestiere è essere atlete. Immagini se, egregio direttor Tassi, il prossimo suo editoriale, noi lo si commenti con un “un bell’editoriale, però.. che gambe storte che ha Giuseppe Tassi, peccato che non sia uno strafigo della madonna, anzi, è così così, un po’ bruttarello, cammina anche male, altrimenti sarebbe un ottimo direttore del New York Times”. Firmato “le magnifiche donne d’Italia”. 
Ha inviato una bella lettera a Giuseppe Tassi il presidente della Federazione Italiana del Tiro con l'Arco, chiedendosi anche lui se questo sia giornalismo serio, no, non lo è. 
Però questa volta, sui temi del rispetto della persona, si sono sollevati uomini e donne dell’Italia di domani, si spera migliore di quella di oggi e di ieri. A prescindere che lo capisca o meno il direttore, le vendite dei quotidiani così impostati caleranno, se non sono giornali scandalistici, mi pare questo non lo sia. L'arroganza o la presunzione di una reazione piccata non pagano, specie quando si è in torto evidente. Si tenga il Resto.


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