mercoledì 26 settembre 2012

COME E' POTUTO ACCADERE? Scherzetto o Schiaffetto?Sulle offese nei social network

Noto come sempre più frequente sui sociale network l'uso di violenza, prepotenza, mancanza di rispetto verso chi non la pensa esattamente allo stesso modo ammantata dalla scusante frequente "ma dai, era una battuta! Te la devo spiegare?". 
Come se l'ironia fosse ormai il valore supremo a cui tutti sottostanno e dunque, dentro ci puoi infilare qual
unque cosa perchè "è ironico, dai".
E' capitato a ciascuno di noi di ritrovarci incagliati in una discussione i cui toni trascendono subito e tutti vediamo la massa di immagini offensive e pesanti che girano verso chiunque.
Secondo me non è affatto una battuta, non c'è ironia che tenga, anche la più "geniale", quando essa offende, denigra, dileggia gli altri per come sono o per quello che pensano. Quando si attacca la persona per ciò che pensa o è.

Quando l'obiettivo non è l'ironia, il gusto dell'umorismo bensì l' offendere, il denigrare e il dileggiare un pensiero diverso dal nostro oppure ci si scaglia direttamente contro un proprio simile per annientarlo. Per un pensiero politico diverso, per una posizione diversa, per qualunque cosa non combaci esattamente e al millimetro con la propria.
Accade troppo spesso su facebook o su twitter, come segnale evidente che accade ovunque. In modo pesante, con linguaggio oltraggioso, spesso inneggiante chiaramente alla violenza.

E non è "libertà di espressione", no. E' qualcosa di più pericoloso: è violenza.
Mi spiace io non ci sto e non la mando giù. Non siamo tutti diventati stupidi all'improvviso da non capirlo, no. Conosciamo benissimo, per buon senso proprio, il confine tra l'ironia e la cattiveria gratuita, cercata e voluta. Siamo diventati cattivi e vogliamo farcene una ragione.
Ci sono frasi, fotomontaggi, immagini fatte per offendere chiaramente e spudoratamente, non per sorriderci su, ma per colpire.
Spesso e' prepotenza, è intolleranza, è incapacità di argomentare con giudizio. E' incapacità e rifiuto di incontrarsi a metà strada. E' incapacità di fare comunità.
Diceva Orwell che la vera libertà di espressione è poter dire ciò che nessuno vorrebbe sentir dire. Oggi è il contrario, sembrerebbe che la vera libertà sia il ripetere ciò che ciascuno dice senza nessuna minima sbavatura. Sennò parte l'attacco.

Non esiste un pensiero unico, il proprio, sulle cose. Esiste un pensiero universale che è la somma dei mille pensieri sacrosantamente diversi di ciascuno e va difeso, connfutato certo, se non ci trova d'accorso, ma non dileggiato o sfottuto, meno che mai attaccato.
Sempre, anche quando va in senso opposto al nostro. Oggi si è incapaci di confutare i pensieri e dunque si confutano le persone.Attenzione: con ironia però, e giù con le peggiori cose, con un accanimento e una violenza estremi. "ah..allora..cambia tutto". Manco per niente.
 E' come ammettere che qualunque pensiero diverso dal proprio fosse contro, fragilissimi nel non saper opporre a ragionamento ragionamento, a idea idea, a posizione posizione.
Non si è capaci di capire che un pensiero diverso può arricchirci, fosse anche solo nel confronto e nel rafforzamento pacato, malati di autrofia autoreferenziale e chi non ci piace, o convince appare come minaccia da ridicolizzare, da minimizzare, da attaccare. 

Non è grandiosa l'idea che sottende.E' una resa, è una regressione sociale.

Si cerca di "eliminare" l'argomentatore perchè non si hanno armi logiche per entrare nel merito degli argomenti e attenersi a quelli senza spostarsi al dileggio della persona che li propone; non interessa a nessuno trovare sintesi, perchè non c'è più voglia di confronto ma solo di conflitto e sempre in forma autodifensiva o all'attacco. Soccombe chi non sta al gioco dell'ironico massacro. Chi non accetta l'offesa e controrilancia al peggio. E tutti giù a ridere. Ridere di cosa, di grazia? Delle persone?

Ho visto un fotomontaggio con un'immagine di una presentatrice televisiva dichiaratamente "di destra" con sotto la scritta "fracchiamola a mazzate" e tutti giù a commentare entusiasti.Gente sedicente "di sinistra" che ride alla parola "fracchiata di legnate" erano decenni che non se ne vedeva. Un tempo i picchiatori eran di destra. Beh, udite udite, ce li abbiamo pure a sinistra. Adesso ci sono anche loro e son tanti. 

E all'unico commento "state attenti, non è carino" (eufemismo) giù con la lenzuolata delle reazioni. "ma dai, si fa per ridere..." "ma io sono libero di dire quello che voglio".

Beh no.
Offendere, al di là del fatto che sia un reato (Art.3 della Costituzione, visto che l'amiamo tutti in astratto ma poi nei fatti la ignoriamo e la oltraggiamo), è un atto di mancanza di rispetto. C'è la legge, ma c'è anche l'etica. E siamo senza nè legge nè etica condivisa a quanto pare, con buona pace poi delle indignazioni verso i Batman di turno. A me viene il sospetto quasi quasi di un'invidia sotterranea degli indignati, il sospetto che, trovandosi al posto di Batman non avrebbero avuto il benché minimo dubbio nel rubare. Magari con la certezza del: io sono libero di rubare se lo han fatto loro. E' questo travisamento della libertà individuale a sconvolgermi. Questo tracimamento ironico nel campo altrui senza nessuna remora e senza nessuno scrupolo che mi dà da pensare. E riguarda ogni cosa e troppi.

E' bene rendersene conto perché troppi non lo capiscono più.
L'Olocausto, lo ricordo a chiunque, iniziò con una "battuta". 



Intelligenti pauca. Gli stupidi continuino.
Per quel che mi riguarda mi oppongo e dico "restiamo umani": con buon senso, con giudizio e con pacatezza. L'asticella dell'attenzione sul rispetto e sulla solidarietà teniamola sempre altissima perchè è così che poi "le cose accadono" e si arriva a giustificare il peggio.

2 commenti:

  1. Molto spesso è più facile fare una battuta che un ragionamento, lo sa bene la destra esperta in slogan. L'ironia, fino al sarcasmo, di solito si usa per sembrare intellettualmente superiori al proprio bersaglio.
    La battuta ci può stare se non offende ma deve essere sempre supportata da un idea che si è capaci di sostenere seriamente.

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  2. E giusto giusto arriva la sentenza di condanna per diffamazione a Sallusti. Perchè la diffamazione ragazzi è reato.

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