mercoledì 29 agosto 2012

Elezioni siciliane: il male minore



Comincio a sentirla in giro questa formula.
E, pur riconoscendone logicità, comincio a vedere sulla mia pelle segni di orticaria.
Al di là della pantomina del "candidato migliore" ( quello che non c'è ).
Del panegirico di quello che c'è (che comunque per un motivo o per un altro non ci convince affatto).
Perchè quelli che ci stan, non me ne abbiano, singolarmente son brave persone, ma lo spettacolo e il livello del conflitto è parossistico.
Al di là dello schieramento napoleonico delle grandi manovre, che poi sono piccolissime, di alleanze, strategie, tattiche, somme, divisioni e sottrazioni.
Al di là del realismo politico, che è diventato così sordo e ripiegato solo sulle questioni interne a partiti, esponenti e tattiche da divenire incomprensibile ai più. Mentre i protagonisti, che la sanno lunghissima, furbamente muovono la testa, "ma no, dai, fidati di me che la so più lunga, la politica è questa, bisogna essere realisti sennò non andiamo da nessuna parte, sennò non vinciamo".
E più li ascoltiamo più vorremmo far capire che non di realismo si tratta ma di surrealismo allo stato puro. Manco di iperrealismo. Surrealismo che sfocia nel grottesco. Senza presupposti, senza regole, senza dibattito che non sia un post dibattito o una presa d'atto. Vorremmo far capire che già hanno perso. "Ma no, sei solo tu che ti metti di traverso, così, finalmente, vinceremo".
Vinceremo cosa? Per fare che? Per farlo come? E con chi?
Ma, al di là di ogni ragionamento: no, il meno peggio no.  Il meno peggio per vincere e per essere io stessa "voto utile" che si fa dannoso.
Non ti fare fottere col male minore, Mila. Non ci facciamo fottere.
Come in passato (nostra culpa e ce lo diciamo allo specchio e ci sputiamo pure senza che arrivi il primo "uomo pio" per strada a farlo), quando abbiamo intuito che la "quadra" non ci appartiene, nemmeno in buona fede,
 e che siamo troppo tondi per morir quadri.
Noi che la sappiamo più corta degli altri perché lunga non ci piace.
Noi che siamo quelli che a votare ci vanno sempre e comunque.
Noi che comunque ci siamo per strada e non a casa.
Che lo sappiamo che non sono tutti uguali per il semplice dato che NOI non siamo tutti uguali.
Prima di decidere, di scegliere di valutare.
Prima di quel giorno riflettiamo per bene e non facciamoci fottere.
Scegliamo. Pensiamo e scegliamo. Non il "meno peggio" e non il "male minore".
Non quello che c'è convenuto a noi ma quello che conviene a tutti.

 “Chi sceglie il male minore dimentica rapidamente di aver scelto a favore di un male” (Hannah Arendt).

Roberto (Alajmo), Roberta (Torre): grazie.

1 commento:

  1. Sostituire un elettorato fedele, appassionato, entusiasta, pronto a seguire il partito nelle battaglie e nelle difficoltà, con un elettorato indeciso, mutevole al mutar del vento, non disposto a rinunciare ma a contrattare ... è questo che sta facendo il PD. Il secondo è certamente un elettorato più numeroso visto come sono fatti tanti italiani ma a che prezzo si opera questa sostituzione? Alla prima battaglia seria, al primo impuntamento, alla prima offerta migliore questa gente se ne va e nel frattempo si perde un patrimonio di compagni. Mi sembra tanto la favolina della cicala e della formica, per fare il pieno di elettori ora si pregiudica tutto il futuro.

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