domenica 12 agosto 2012

IL "boxino" pornosoft


1. Su qualunque home page di quotidiano nazionale o locale che apro ci trovo sempre sulla colonna laterale destra (il boxino) un tripudio di petti, cosce e culi. D’estate poi l’ “usanza” non conosce limiti.  E penso: se io volessi “informarmi” su cose così mi basterebbe scendere sottocasa per trovare una delle più note pollerie di Palermo.
2. Non è bigottismo, non è moralismo. Adoroo l'immoralità, come l'amoralità. Detesto la doppia morale. Nei principali quotidiani nazionali la doppia morale ormai è la prassi. Perchè se mi tocca "ammirare" (così dicono..ammirare) tutto ciò sulle home page di quotidiani come Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, e altri ancora delle domande me le faccio. Perchè nella colonna limitrofa centrale sinistra c’è la morale di Scalfari sulle azioni di governo, c’è la morale di Giannini sulle cattive azioni di questo o di quello, c’è l’analisi splendida e appassionata di tante belle firme su ogni argomento “serio” che riguardi la nazione. Mentre il tripudio di pezzi di donne non si capisce in quale categoria debba rientrare. A parte l'ipocrita categoria del "le belle donne vanno ammirate". A rifletterci superficialmente la cosa non farebbe una piega, ma a pensarci meglio e in profondità tra le pieghe di questo ragionamento si annida uno dei segni della regressione dell'Italia. E mi chiedo, in tutto ciò: ma in queste redazioni, Scalfari il Censore, Giannini il Saggiatore, Calabresi l'Elencatore e Gramellini il Pioautore siedono accanto a colui che sceglie “il dilemma dell’estate delle dive: si o no al reggiseno?” con lungo elenco di tette in trasparenza? Siamo sicuri che "debbano" essere ammirate?
3. Ma suvvia Spicola, non fare la bigotta, ancora co sta storia? E basta! Lo dobbiamo vendere il giornale noi, dobbiamo vendere gli spazi pubblicitari, è la dura legge della stampa e una tetta sai quanti contatti tira su? Ah ecco. Già siamo più onesti. L'ammirazione poco c'entra, siamo nel quartierino della bava alla bocca non dell'estetica ammirazione. E io mi ritrovo a parlare, dopo 5 anni, della stessa identica cosa.  Cambiamenti? Certo, in peggio.
4. Ok, ok. MI sto zitta e me le sorbisco, le tette della Stone, le chiappe delle pallavoliste, il lato b (chiamasi culo) della Huntzinker in non so quale spiaggia. Per carità..tutta grazia di Dio. Ma allora non fatemi la morale sul resto: sull'evasione fiscale, sulla casa di Scajola, sugli affaracci di Silvio. Perchè la morale è unica, non è a pezzi o frantumata. IL reparto frantumazione è nella polleria qua sotto, ripeto. Ma penso: voi avete una professionalità da difendere o siete dei “puttani” della stampa? "Vendo corpi per avere più diffusione"?  Beh no. Ripeto: non è bigottismo. Ma se noi siamo un quotidiano d’informazione questa non lo è. A meno che non lo scriviamo nei sottotitoli. E’ bene dare i nomi alle cose. E non è per liberalità di costume, o malnominata "necessità dell'ammirare" che appaiono notizie come queste o foto come queste. Appaiono solo per vendere più copie o avere più contatti e quindi vendo corpi. Ergo si chiama pornografia. Sana, consapevole, voluta, pornografia. Non mascherata. Anche da autorevoli quotidiani che della battaglia sulla “dignità della persona e della morale collettiva degradata dagli anni del berlusconismo” ci hanno fatto un cavallo di battaglia. Anche loro: tette e cosce sul bancone per venderle. Nessun giudizio: per carità. Anzi, ben vengano i "soggetti sessuali", ma che tali siano "soggetti" e non "oggetti". Che facciano quello che facciano con la specificazione di modo e di stato: per riconoscerla. E soprattutto per non vedersi accanto, nella colonna centrale,  poi gli anatemi moralisti contro le cattive ragazze Ruby o Minetti. Fanno, sempre che lo abbiano fatto, la stessa cosa. E nemmeno  sottacendo o confondendo chi avevano davanti. I direttori dei maggiori quotidiani su carta o on line invece sottacciono e confondolo il lettore, anzi il guardone, se ne facciano una ragione. Questa è pornografia dissimulata. Vi sta bene? Ok. Ma diciamolo ad alta voce ed evitiamo di puntare poi gli indici della moralità su altre cose di valore meno importante rispetto alla verità intellettuale.
5. La sto scrivendo esagerata per provocare una reazione. Anche nelle donne, soprattutto nelle donne. Premetto: sono per la pornografia, anzi, visto che 9 milioni di italiani ne fanno celato uso, ne individuo la necessità, ma sana e consapevole. E soprattutto fatemela scegliere e vendetemela per tale quando c’è. Ok? Nessuna ipocrisia. Tutti i culi, le tette, i topless, che volete..figurarsi..se sono finalizzati alla verità. Se ci stanno per tirar su contatti, lo riscrivo, è pornografia. Evviva la pornografia. Fatemela scegliere però e acquistare di mia sponte. E non andatemi a fare il sorrisino moralista (che ragazze leggere…) appena le fissate con la bava alla bocca quelle foto. No.
6. E’ un problema di onestà. E’ un problema di chiarezza. E’ un problema, si può dire? Di educazione e di verità.
7. E i linguaggi? Il linguaggio è sostanza e noi col linguaggio abbiamo un altro problema grande quanto lo spread. Mi riferisco alle redazioni.  Regni di maschilismo incontrastato. Un maschilismo e un immaginario errato che poi traspare per intero in quello che scrivono su cose ben più serie e gravia. “L’ha ammazzata per gelosia”. Ah , allora..ok. Per gelosia..e beh… se l'ha fatto per gelosia..No. L’ha ammazzata. Punto. “Omicidio passionale”..ah..allora…passionale…chissà che aveva fatto questa qua e come l'aveva provocato..No. Omicidio. Punto. E' omicidio. Senza attenuanti. Senza follia e senza raptus. Sennò dobbiao pensare che questa bava alla bocca nazionale, provocata e alimentata su più livelli ha complici finti tonti. Quando tonti non siamo.
8. Che cacchio c’entra adesso questo Spicola? Sei out of topic, stavi parlando di tette e di cosce e adesso te ne vai agli omicidi? Non sei serena, esageri, non sai di cosa parli (nell’ordine alcuni dei commenti che mi arrivano quando provo a scrivere cose simili). Epochè. Silenzio. Uno, due, tre. Riflettiamo. C’entra. C’entra.
9. Io dico, noi diciamo: c’è qualcosa che non va. Non va. E troppi, tanti sono i complici. Anche voi. Soprattutto voi. Io devo spiegarle ai ragazzini queste cose, in classe, crescerli in modo diverso, ma per favore, non remate contro. Devo parlar loro del rispetto assoluto dell’altro. Della parità assoluta di giudizio verso gli altri (le zoccole esistono, ma prof, perchè non esistono gli zoccoli?)  come di analisi dei comportamenti, sia che si tratti di un uomo che di una donna. E a me una volta proprio Zucconi mi disse “ma il ginocchio di una bella donna non è certo come il ginocchio di un uomo”. Grazie al cavolo, ma poi non faccia scendere dalla croce berlusconi che se ne viene fuori con esternazioni assolutamente identiche. Perchè a me non potrebbe piacere il ginocchio di un uomo? Non posso esercitare anche io un emendamento nazionale in cui venga sancita la mia libertà di desiderare sessualmente in modo aperto, chiaro e manifesto? E magari di esercitarlo persino quel deisderio, in modo libero e da "soggetto"? Enorme, grandissima, stradiffusa ipocrisia che si impone nelle redazioni. Cerchiamo di amare le cattive ragazze, le brave ragazze, le intermedie ragazze...tutte, ma anche i cattivi ragazzi, i bravi ragazzi, senza distinzione alcuna. Se vogliamo essere sinceri, se invece deve vincere l'ipocrisia cattolicopakistana qualche paturnia ci sorge.
Detestiamo l’ipocrisia e l’incoerenza. Soprattutto, il che è peggio, quando è inconsapevole o arrogante. Non rendetevi complici di diffusione di una cultura ipocritamente maschilista e sessista di stampo italo-pakistano per fini esclusivamente di mercato e vendite perchè poi, ed è quello che accade, si impone, “trapassa” in forma subliminale: nel paese diventa altro, è già altro e non ci vuole uno studio socio-antropologico per venirvelo a spiegare. Ci piacciono i bei corpi delle donne? Anche i bei corpi degli uomini? Questo vogliamo affermare tutti quanti (anche se ci sarebbe da discuterne mesi, anni..)? Bene o male che sia tale desiderio che sia però paritario. Questo o quello per me pari son. Senza ipocrisie e nei giornali questa bellezza sia fine a se stessa, dichiarata e consapevole, come è giusto che sia non sottomessa a leggi di mercato. Come è adesso. Ditelo, suvvia, coraggio: “La pubblichiamo non perché è una bella immagine e serve a fare informazione ma perchè sappiamo che vi vien la bava alla bocca e si triplicano i contatti, ci serve per tirar su la pagnotta. Ma ve lo ammettiamo”.
Cioè, ripeto: sana , consapevole, legittima pornografia. Siamo grandicelli abbastanza da poterla sostenere a viso alto questa “necessità pornografica”? A dire: si è vero, sono un fruitore sano di pornografia? Visto che non c’è nulla di male no? Il male è negarlo. Mi pare di avere a che fare con un paese per metà fermo alle paturnie adolescenziali. Riusciamo a farlo senza rossori malintesi? Senza regali alla menzogna? Con la maturità e la serenità consapevole di una sessualità sana e da adulti? Così almeno, se tale pornografia ci aggrada, ce la possiamo scegliere con cognizione di causa.
e infine 10. Noi non siamo complic*.
Ci siamo rott* le scatole, si può dire? Chiediamo, lottiamo, urliamo, ci incazziamo affinchè le cose cambino. Si passa al contrattacco. Basta con la polleria dissimulata.
“Niente trucchi. Dillo chiaro. Dillo vero. Dillo subito” diceva Vittorio Arrigoni.  Da adesso un bel banner con su scritto “Pubblichiamo questa foto perchè ci serve per aumentare i contatti e le vendite anche se non è perfettamente in linea con i temi del quotidiano”. Varrebbe quanto 25 corsi di educazione sessuale e sentimentale. 
Noi non siamo complic* e nemmeno silenzios*. A cominciare anche da voi, da noi che sui giornali ci ritroviamo a scrivere. In questi giorni siamo tutt* (lo siamo?) stravolt*per la sequela di macelleria delle donne a cui stiamo assistendo in Italia. 
Dai “pezzi di donne” alle “donne fatte a pezzi” io non lo so se la via è breve o lunga, so che sono caselline anche queste. Caselline che si aggiungono all’educazione, all’humus culturale, alle abitudini…che vanno cambiate. Ma so che l’Italia non cambia e non migliora se le cose non ce le raccontiamo per bene e per intero, anche con dolore o fastidio, e mettiamo tutte le caselline al loro posto, con pazienza, ingoiando e  metabolizzando scomode verità: siamo tutti sessisti in Italia, uomini e donne. Se non ce lo riconosciamo, se non ce lo ripetiamo, come per i tossici, non smetteremo. Non cambieremo.

Mila Spicola

7 commenti:

  1. Dobbiamo vendere. La scusa è sempre quella. Barattare la morale e la correttezza per l'incasso. Come con altri media la storia che solo con la qualità non si fa cassa è una teoria comoda a chi ha paura di provarci.
    Comodo fare cassa per la via facile.
    Poi qui si apre anche tutto il problema del perché mostrare pezzi di donna faccia vendere. E' un male grave che è collegato a tante brutte cose, è un rapporto malato figlio di una cultura malata, è bene che si affronti seriamente.

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  2. grazie. Lo penso da sempre. Qualcuno l'ha detto per me
    Maria Paola

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  3. "Poi qui si apre anche tutto il problema del perché mostrare pezzi di donna faccia vendere. E' un male grave che è collegato a tante brutte cose, è un rapporto malato figlio di una cultura malata, è bene che si affronti seriamente."
    Grazie Michele per averlo scritto.

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    1. SOTTOSCRIVO OGNI PAROLA AL 100%… ma sono una donna, e quando ho espresso la mia opinione in merito sono subito stata tacciata di moralismo da qualche maschietto di rara intelligenza (cito testualmente: "non boicotto le tette, piuttosto boicotto le donne rompicoglioni!!e poi non sei l'unica donna")… il maschio è un pesce e a comando abbocca. solo che non se ne accorge, pungolato in ciò che più gli è caro al mondo: la propria, presunta, virilità… è il cliente perfetto, il suddito perfetto. Gli si può far ingoiare qualsiasi cosa dicendogli "guarda la farfallina!". Eterno adolescente, con la scusa, pietosa, di tenersi aggiornato si rifà (di nascosto) gli occhi mentre qualcuno, nel frattempo, in un'altra stanza, magari sta cucinando per lui… che tristezza! e la risposta? "mica ero su un sito porno! e poi lo fanno tutti, anche i preti"… e allora non nasconderti, cacchio! l'essere umano è dotato di libero arbitrio, per carità. Nel caso specifico, può scegliere di cliccare o non cliccare… ma l'essere costantemente sollecitati, credo che crei una dipendenza… come l'alcol, come il fumo, come più banalmente il calcio. Se è morta la religione, non è morto l'oppio! Per onestà intellettuale, dobbiamo ammettere che la pornografia funziona anche con noi donne. Solo che è di un altro tipo! E i portali "femminili" degli autorevoli quotidiani nazionali (tanto per rimanere in argomento) la diffondono a piene mani: l'istigazione allo shopping compulsivo, la sollecitazione al ritocchino estetico, la somministrazione di pseudo notizie vacue degne dei tg rai di minzoniana memoria… Il sistema ci vuole galline, e noi ci caschiamo! Uomini e donne, smettiamola di farci usare. Fermiamoci un attimo a riflettere. E poi ribelliamoci! Navigare altrove sarebbe già un inizio…

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  4. Grande Enrica. :-) Aggiungo: qualunque cosa si faccia, la si faccia con la testa, consapevolmente, come "soggetto" pensante e non come "oggetto" di pulsioni, le proprie o le altrui. Il che riguarda, indistintamente, sia gli uomini che le donne.

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  5. Ciao Mila
    Sottoscrivo anch'io io ogni parola.
    Sono mesi ormai che l' informazione ci propina copertine e foto gallery stile novella 2000.
    Giornali che si schieravano con le donne ai tempi di Berlusconi ed ora si atteggiano allo stesso modo.
    Giornali che partecipano a raccolte firme per dire no alla violenza e poi non si rendono nemmeno conto dei messaggi che passano buttano tutto sulla bellezza e utilizzando uno sguardo da guardone.
    Sono veramente stufa.
    E non sono moralista,affatto.
    Semplicemente non voglio che il corpo delle donne venga usato,
    Lo pensavo prima del 13 febbraio 2011,lo penso anche oggi.

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  6. Io vado oltre: se una lo vuole usare lo faccia pure, ma la stampa ci offra una pari scelta di volontari "usatori del proprio corpo" di ciascuno dei sessi consentiti.

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