(foto tratta dalla mostra fotografica "RIScatti", associazione Laboratorio Zen)
Ho inviato questa interrogazione formale agli assessorati e ai dirigenti competenti nell'ambito istruzione e famiglia e ai dirigenti di rispettiva competenza per l'istruzione e all'autorità di gestione dei fondi comunitari.
Perchè in Sicilia ormai possiamo parlare di Stato di Calamità Educativa.
Ciascuno, per la sua parte, faccia quello che si deve fare.
Buon Natale
Alla cortese attenzione
dell’Assessore alla Famiglia dott. Bruno Caruso,
Dell’Assessora all’Istruzione
dott.ssa Mariella Lo Bello,
Ai Direttori dott.ssa Maria
Antonietta Bullara e dott. Gianni Silvia

All’Autorità di
Gestione dott. Vincenzo Falgares
E p.c. al
sottosegretario all’ Istruzione Davide Faraone
Oggetto: Interrogazione sui fondi comunitari sulla
spesa effettuata e da effettuarsi nell’ambito Istruzione.
Due rapporti recenti, uno di Save
the Children e uno della Fondazione Res, supportati dai dati raccolti negli
ultimi anni dalle rilevazioni nazionali e internazionali dei rendimenti degli
studenti, confinano la Sicilia come ultima nei rilevamenti e disegnano, con
altri indicatori, una condizione di vera e propria emergenza educativa per i
bambini e le bambine del sud e della Sicilia in particolare. I rapporti si
concentrano esattamente sui divari Nord Sud: non solo divari nei rendimenti, ma
correlano questi ultimi, come l’esito di altri divari di offerta ormai non più
ignorabili.
“Nell'Isola appena 4 su 100 giocano nei
prati e 8 su 100 liberi in strada, oltre 2.525 famiglie vivono "sotto
sfratto", più di 228mila i bambini che sono in povertà assoluta; il 66%
non ha letto neanche un libro nell'ultimo anno, il 74% non ha visitato un
museo; appena il 5,6% di bambini 0-2 anni va al nido pubblico (contro il 45%
dell’Emilia Romagna) e solo il 7% delle scuole primarie (contro l’85% dei
bambini lombardi, primi nelle prove Invalsi nazionali) e il 22% delle
secondarie di primo grado offre il tempo pieno; il 25,8% di ragazzi abbandona
gli studi (contro una media nazionale del 17%).” Eppure l’Europa stanzia per la
Sicilia in questo ambito tante e tali risorse che potremmo persino superare in
offerta scolastica, in asili, in strutture adeguate e in personale umano
qualificato, le regioni citate.
Da
anni i rendimenti scolastici si mettono in relazione con il retroterra
familiare e con i divari di contesto economico e sociale. Non è e non può
rimanere una giustificazione, un dato di fatto. Per colmare tali divari si potrebbe
agire, oltre che con azioni complessive di giustizia sociale, con azioni
compensative di vario genere in campo educativo messe in campo da tutti gli
attori: Comuni, Province (o quel che resta di esse), Regione, attraverso i suoi
assessorati, ma anche ex provveditorati e uffici scolastici regionali, tutti
enti che dovrebbero lavorare in sinergia per attenuare le differenze
socio-economiche, anche a scuola, nell’organizzazione, nell’offerta e nella
gestione ma che spesso non dialogano nei progetti operativi e non sempre si
sono rivelati all’altezza dei bisogni.
Tra
i divari di offerta nord-sud tre fattori si sono rintracciati come determinanti
nell’acuire le diseguaglianze che colpiscono un bambino siciliano con un
coetaneo di regioni come la Lombardia o l’Emilia Romagna e questi fattori fanno
capo a responsabilità tutte politiche e amministrative e che oggi non possono
più derogarsi o minimizzarsi da parte del mio partito, oggi al governo
regionale e nazionale, anche perché sono disponibili sul fronte della spesa
comunitaria, ingenti risorse proprio in questi ambiti:
- la quasi assenza di asili,
- la scarsa frequenza nelle scuole dell’infanzia, per carenza di locali,
- la quasi assenza di tempo pieno, per assenza di mense e di strutture adeguate.
A questi
tre fattori aggiungo:
- l’insalubrità dei locali, che potrebbe essere affrontata in modo risolutivo, con l'impiego degli stanziamento previsti sempre in sede comunitaria, per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici.
Questi
indicatori sono determinanti nell’acuire i divari cognitivi all’ingresso e durante
il corso del primo ciclo dell’istruzione. Divari che poi si trasformano in
bassi rendimenti e in dispersione scolastica, soprattutto per
un’offerta di
tempo scuola insufficiente ed inefficace, specialmente nelle aree a
rischio, sommata
ad altri fattori quali la disorganizzazione scolastica, la
discontinuità, la
mancanza di aggiornamento specifico dei docenti, tutti fattori su cui si
sta
tentando di agire sul piano delle politiche scolastiche nazionali ma che
verrebbero vanificate se non si agisce sui tre indicatori di cui sopra.
E’
vero
che i rendimenti sono correlati a contesto e famiglia ma nascere povero
e
crescere povero e correlare a questo una scarsissima qualità
dell'offerta formativa non deve essere ancora oggi un destino, quando
abbiamo la
possibilità di agire attraverso la leva di un’istruzione di qualità,
maggiormente attenta e presente proprio là dove la situazione è più
critica.
Se
correliamo povertà e dispersione abbiamo un’equazione sempre uguale.
Quest’equazione muta se agiamo in modo diverso. E bisogna farlo in modo
strutturale e continuo, non solo con la messa in campo di progetti
extracurriculari, ma mutando l’offerta strutturale.
In
passato la politica regionale è stata quasi assente proprio negli ambiti su citati, ambiti che potrebbero
essere di sua competenza con il concorso degli enti locali: la realizzazione e
gestione di asili , l’ adeguamento delle strutture scolastiche per aumentare
l’offerta dei posti nella scuola dell’infanzia e per programmare il tempo pieno
(coadiuvando con risorse ue l’assenza di fondi degli enti locali), la messa in
campo di campagne strutturali per l’aggiornamento specifico dei docenti nelle
scuole di frontiera e di progetti continui e generali per il rafforzamento
delle competenze di base, eppure con l’aiuto dei fondi comunitari e con gli
assi destinati esattamente all’ambito dell’istruzione molto di più poteva farsi
e potrebbe farsi ancora.
Ecco
perché vi scrivo e vi interrogo formalmente, in qualità di vicesegretaria del
Partito Democratico, attualmente alla guida di questa regione, in qualità di
referente scuola per lo stesso partito regionale, in qualità di insegnante e in
qualità di cittadina che vede nell’istruzione e nell’investimento sul capitale
umano la principale leva di sviluppo in una società della conoscenza.
Oggi non abbiamo più alibi e non
vorrei che le somme perse in passato si perdessero nuovamente.
Vi
scrivo formalmente per capire cosa s’è
fatto, in modo puntale e dettagliato, se si è fatto, nell’esercizio 2007-13 e
per capire e interrogarvi su ciò che si farà, se si farà, nell’esercizio
2014-20.
Per segnare insieme un cambio di passo necessario, con il concorso del
governo nazionale, che ha messo in cima i temi della scuola e dell’istruzione e
che vede in prima linea per la prima volta un sottosegretario all’istruzione
siciliano. E’ giunta l’ora di integrare con altre azioni, coordinate e
massicce, le linee d’indirizzo già prefissate.
Perché quel che s’è fatto fino ad oggi,
anche se meritorio, non è stato né efficace né efficiente, visti i risultati.
Quel
che s’è fatto fino ad oggi non basta affatto, non per esclusiva responsabilità regionale, ma anche
per responsabilità regionale. In questo sono certa che il
governo nazionale, attraverso la figura del sottosegretario on. Davide
Faraone,
si renderà disponibile per qualunque
tipo di supporto programmatico, progettuale e tecnico, sia alli uffici
regionali, sia agli enti locali, sia alle scuole. Serve anche un
interesse
sinergico e trasversale a tutti gli assessorati come anche a tutti i
deputati
del Parlamento regionale.
Perché nascere in Sicilia non continui ad essere una
disgrazia e un destino già scritto per i bambini nati in contesti deprivati.
Dunque
vi chiedo, per quel che fa capo allo stanziamento dei fondi comunitari da parte
dell’Europa riguardo all’asse Istruzione, più specificatamente in capo a:
a. - realizzazione e gestione di asili (ciclo 0-3 anni),
b. - realizzazione di locali adeguati per le scuole per
l’infanzia (ciclo 3-6 anni),
c. - realizzazione di mense per le scuole del ciclo
primario, pregiudiziali alla realizzazione del tempo pieno,
d. - adeguamento strutturale e funzionale degli edifici
scolastici
e. - programmazione
di azioni generali, coordinate
regionalmente (cioè facenti capo a una cabina di regia unica
nell’assessorato e
nell’ufficio scolastico regionale, oltre quelli destinati a pioggia
nelle singole scuole) per l’aggiornamento specifico dei docenti
nelle scuole di frontiera e per azioni finalizzate all’annullamento dei
divari
cognitivi nelle competenze di base in italiano e matematica nei primi
anni del
ciclo dell’obbligo e dell’asilo e scuole dell’infanzia.
Interrogazione formale su:
1. 1. lo stato
dell’arte delle risorse 2007-2013 con indicazione delle risorse
complessivamente previste nei programmi operativi, di quelle effettivamente
impegnate, spese e certificate, di quelle disimpegnate e/o non più nella
disponibilità della Regione e di quelle eventualmente programmabili nel
2007-2013;
2. 2. quali risorse
in questi ambiti, per l’esercizio 2014-2020, programmate e individuate per
gli obiettivi e quali sono i tempi e le modalità di attuazione e quali sono i
centri di responsabilità e di spesa individuati.
Nell’attesa di una vostra risposta, con allegate tabelle, che
sollecito entro in 31 dicembre 2014, pregiudiziale a una auspicabile
integrazione alla prossima programmazione, da rimodularsi eventualmente insieme
e con il concorso del governo nazionale, che si renderà disponibile ad
integrare le azioni con quanto di competenza del Miur (organizzazione,
organici, etc..etc..), oltre che col Partito Democratico siciliano (che
supporterà e stimolerà gli enti locali nella figura dei suoi amministratori a
rendersi esecutori e partecipi delle azioni per quel che è di loro competenza) e
le altre forze di governo, mi rendo disponibile per ogni chiarimento e per ogni
supporto.
Cordialmente,
Mila
Spicola
Vicesegretaria del PD Sicilia,
referente
Scuola, referente nazionale del Partito Democratico sulla Dispersione
Scolastica
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