sabato 27 settembre 2014

Se una mattina ti ritrovi in una classe pollaio...? Di chi è la colpa?


Di Mila Spicola
articolo comparso su Repubblica Palermo, 25 settembre 2014


Il caso di classe pollaio di 42 alunni nel liceo di Caltanissetta non è isolato, anche se è estremo ed è stato risoltoNon sono poche le scuole in Sicilia che superano i limiti stabiliti dalla legge di 25 alunni per classe, che scendono a 20 nel caso di presenza di alunno disabile. In questo momento non sono poche le classi di 35 alunni, specie al primo anno delle scuole superiori. Casi non meno gravi, per le ricadute deleterie per i docenti e per gli studenti, ma che passano sotto silenzio. Eppure si stratta, al di là delle criticità dal punto di vista didattico e del diritto allo studio, di inosservanze della legge sulla sicurezza nei locali pubblici, legge che ha rilevanza penale. Per dirla meglio: sono illegali.

A coloro che dicono "dove sta lo scandalo, ai miei tempi eravamo in 40 in classe", smorzo subito la frase replicando  loro subito che ai loro tempi infatti la dispersione scolastica era anche al 50%, ai tempi di alcuni addirittura non c'era nemmeno l'antibiotico e di questi 40 qualcuno rimaneva per strada con una banale diarrea. Mi sembra dunque che di scandali si trattasse e non è vero che si stava meglio.

Di chi è la colpa la colpa delle classi fuori normativa? Cioè delle classi pollaio? Tutti diciamo dei tagli effettuati con le leggi Gelmini, in realtà il discorso è un po’ più complesso. Il ministero assegna ogni anno un contingente di organici a ogni regione in base alla popolazione scolasticache poi gli Uffici Scolastici Regionali assegnano alle scuole in base al numero di iscritti previsti, che varia a seconda di quanti iscritti un dirigente accetta. In realtà tale numero dovrebbe dipendere solo e soltanto dal numero di aule: una scuola con tot aule può contenere tot classi di 25 alunni ciascuna, 20 se sono presenti disabili. Poi qualcosa sfugge: ci sono scuole che accettano più iscritti rispetto al loro numero di aule e ci sono scuole che hanno pochi iscritti, perché in isole minori o centri montaniAccanto a classi di 30/35 alunni ci sono classi anche di 8 alunni11 docenti hanno le prime come 11 ne hanno nel secondo caso Eun primo dato che “ammala” la media. Nei centri minori si fa di tutto per avere più classi per mantenere organici di docenti spesso residenti in quei centri, pur col calo enorme degli iscritti e con 8/10 studenti per classe. Ad ogni classe small corrisponde dunque una classe extra large da qualche parte.

Dall’altra, anche in presenza nel tessuto cittadino di più istituti dello stesso tipo, ci sono dirigenti scolastici che accettano iscrizioni oltre il consentito, non comparando quasi mai numeri di iscritti e numero di aule, confidando di avere assegnate comunque classi in più, con relativo organico, dagli uffici scolasticiDa mettere dove non si sa. Se tali classi in più non vengono assegnate gli alunni vengono suddivisi nelle classi esistenti o si concentrano in una classe mostroal di fuori di ogni logica come di ogni normativa, che poi dovrà giocoforza sdoppiarsi, anche “a mezzo stampa”In una regione in cui in ogni scuola si organizzano manifestazioni o lezioni sulla legalità è un profondo controsenso.  Intanto le iscrizioni le prendo, mica posso dire di no, tanto poi mi assegnano gli organici”. Ma le aule ci sono? Il rapporto docente/alunno è rispettato? Prima di arrivare a settembre con casi simili, prima di interrogargli Uffici Scolastici Regionali sulle dotazioni di organici, già ad aprile queste domande il dirigente potrebbe farsele? Gli uffici scolastici ripetono: i dirigenti lo sanno che poi non avranno assegnate altre classi, eppure accettano iscrizioni su iscrizioni. La responsabilità dunque è dei dirigenti della scuola, dei dirigenti degli uffici scolastici o del ministero? Se in una stessa città ci sono più licei ad esempio, perché un dirigente accoglie studenti oltre il numero che potrebbe accogliere? Diverso il caso di centri in cui c’è un solo istituto di quella tipologia per cui verrebbe leso il diritto allo studio rifiutando l’iscritto. Inoltre: i docenti sarebbero meglio distribuiti se in alcune scuole ci fosse una classe regolare di 20 alunni e non due di 10 alunni? E’per assicurare il diritto allo studio, che sarebbe comunque assicurato con una classe di 20 alunni, o per sovradimensionare l’organico e “non perdere classi”?  Mentre ci interroghiamo sui livelli di a“scontare la pena” sono alunni e docenti: le classi pollaio ci sono, specialmente nelle prime classi delle scuole superioricon  effetti nefasti sui livelli di rendimento e sui dati della dispersione, tanto “molti o si ritirano o vengono bocciatiAffermazione inquietante: siamo in una regione in cui la madre di tutte le battaglie è proprio quella contro la dispersione scolasticaobiettivo strategico comunitario. Chi pronuncia la frase di cui sopra non sembra averlo chiaroperché una classe pollaio, è anticamera di bocciature e di dispersione. Oltre ad essere illegale, eppure siamo in una regione in cui nella scuola l’educazione alla legalità sembra essere totale e generale, eppure non tutti hanno la piena consapevolezza che formare classi pollaio sia un reato penaleI dirigenti accettano la cosa come frutto del fato, del sistema, dei tagli, degli uffici scolasticieppure la responsabilità legale diretta fa capo a loro, se accade qualcosa la galera è per loro, al di là delle “responsabilità di sistema”. Posto che la scuola ha bisogno di maggiori risorse, in questi casi specifici, le responsabilità condivise, perché sono condivise, potrebbero neutralizzarsi con una maggiore consapevolezza civica e civile in ogni anello della catena? A partire dalla mission comune che non è stipare alunni in una classe per poi perderne la metà, ma tenerne il giusto per formarli tutti e bene.

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